Nell’intervista di oggi parliamo con Marco Brovedani, nato nel 1975 a Venezia, vive a Milano ormai da diversi anni dove porta avanti la sua carriera da cantautore, intrapresa da pochi anni dopo una vita da strumentista. Scopriamo. attraverso le nostre domande, come nasce la sua passione e quali sono i suoi progetti.
- Ciao Marco, parlaci un po’ di te e di come e quando è nato il tuo legame con la musica.
Ho iniziato ad ascoltare dischi influenzato dai miei fratelli maggiori, sono cresciuto tra Queen e Jackson Five. Con la mia paghetta ho comprato il mio primo disco a otto anni ed ho sempre ascoltato un po’ di tutto, ma il primo contatto “live” l’ho avuto a tredici anni, quando un mio compagno di classe che aveva un gruppetto rock, ha dovuto rinunciare al suo batterista diciottenne, chiamato al servizio di leva. Da lì ho cominciato a suonare la batteria un po’ per gioco. Dopo qualche anno ho cominciato ad andare da un ottimo maestro e a studiare un sacco (da batterista ho suonato in gruppi blues, metal, funk, pop, country, 70’s rock, southern rock, disco anni 70…), ma parallelamente ho sempre suonato anche basso, chitarra elettrica (per lo più), tastiere, e facevo anche cori vocali suonando la batteria. Dal 2008 mi sono appassionato ai programmi professionali di editing audio per registrare e mixare le mie cose…e qualcosa anche di altri. Trasferitomi a Milano per amore, ho iniziato a scrivere e registrare pezzi in italiano, mi sono iscritto come autore regolarmente in SIAE e ora cerco di spingere in giro il mio materiale come posso. Ci vuole pazienza, costanza, fortuna e soprattutto tanta passione.
- Quali argomenti tratti maggiormente nei tuoi testi?
Principalmente i temi della vita autentica, quotidiana, quella che conosco; esperienze dirette, desideri miei e anche ed eventualmente storie di persone che conosco da vicino e che mi hanno colpito. Cerco di calibrare col giusto peso le cose importanti, quelle a cui tengo, esponendole con un linguaggio ironico e spero fresco. Bisogna divertire e far pensare, io credo.
- Trovi difficile emergere in Italia?
Sì molto. Ci vuole fortuna, costanza e soprattutto non escludere nessun canale di comunicazione; adattarsi al modo di comunicare e diffondere il tuo operato alla gente e io ho molto da fare e imparare in questo senso.
- Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate finora?
Beh, un po’ come tutti ho tentato di contattare qualche vip, ma per il momento non ho avuto nessun riscontro. Trovo un po’ di difficoltà nel capire come e dove far girare il mio materiale…si sa, nella vita bisogna esser al momento giusto nel posto giusto, e capirlo alla svelta!
- Parliamo un po’ dei tuoi ultimi lavori.
Credo, se tutto va secondo i piani, di ultimare entro un mese il mio primo album di inediti in italiano, completamente prodotto dal sottoscritto in musica e testi. Precedentemente ho sempre composto quasi sempre musica strumentale. Ho otto, forse nove (non è ancora definitivo), pezzi di pop-rock italiano con influenze di elettronica…in realtà non riesco a definirlo..e la cosa ai miei occhi è positiva! Ora sono in fase di masterizzazione e probabilmente inizialmente sarà in vendita negli store digitali, ma ho sicuramente in programma il supporto fisico (ho già pronto il package in verità).
- Ti autoproduci o hai un’etichetta che ti sostiene?
Al momento mi autoproduco, cosa che al momento mi calza, anche perché ho ricevuto qualche proposta da un paio di etichette, ma sinceramente più di qualche clausola non mi sembrava né vantaggiosa né molto coerente con i “motti” con i quali si pubblicizzavano queste etichette. Ho capito che se tengo al mio materiale devo proteggerlo ed essere molto prudente!!!
- Hai già qualcosa di nuovo in progetto? E quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
In realtà ho già materiale per un altro album (e forse anche di più!!) sono molto prolifico (almeno per il momento). Mi piacerebbe molto collaborare con altri artisti, ma non è facile trovare persone che prendano sul serio il fatto di fare musica propria, e soprattutto che siano coerenti.
- Raccontaci un bel ricordo legato alla tua carriera.
Beh, essendo un ex strumentista quasi sempre al servizio di un gruppo, provare l’emozione di sentire per la prima volta in radio un pezzo mio, completamente prodotto da me, con gli amici che ti chiamano e ti scrivono per farti i complimenti, è stata sicuramente una cosa notevole…E una gran bella soddisfazione.
Ringraziamo Marco per l’intervista e vi invitiamo a continuare a seguirlo tramite la sua pagina Facebook e il suo canale Youtube. Le nostre interviste tornano Lunedì ma potete recuperare quella di ieri al rapper siciliano RIUS.
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