Pierpaolo Lauriola e la passione per il calcio

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Caro Pierpaolo Lauriola, è appena iniziato il campionato di calcio. Ma tu sei mai stato appassionato dello sport più amato dagli italiani?

Sì. Sul mio diario segnavo tutti i risultati delle partite della Domenica. Campionato di serie A, Campionato di Serie B e, Campionato di Serie C. La musica, la scrittura, la poesia, sono arrivate dopo. Prima c’era il calcio.

Ricordo molto bene quelle domeniche allo Stadio Miramare di Manfredonia con mio padre. Le canzoni che trasmettevano prima della partita dagli altoparlanti. L’odore di ragù ancora attaccato addosso dal pranzo domenicale. La scena di me che indosso il giubbotto e la voce di mia nonna mentre dice “Stai attento, mi raccomando”.

Ha un odore la tristezza quel giorno.  Me lo ricordava bene. Sa di patatine “Più Gusto”.  Quelle che avevo in mano e stavo mangiando mentre un giocatore sbaglia il rigore contro il Taranto. E per il Manfredonia “è di nuovo serie D”.

Quando tornavo a casa mia madre mi incitava a fare i compiti. La testa china sul diario mentre cercavo di capire come sarebbe cominciata la settimana: educazione fisica, chimica, topografia. Sentivo già che nella vita avrei voluto essere un “libero”. Ruolo sostantivo, non aggettivo. Quell’uomo dietro a tutti, capace di prendere la squadra con gli occhi e di saperla capire. Fino a farla volare. Un rigore sbagliato non significa niente.

La musica, la scrittura, la poesia, sono arrivate dopo. Prima c’era il calcio.