FLORA, un’intervista da “I Balconi delle case”

0
596

I balconi delle case è il nuovo singolo di FLORA, in uscita oggi 29 ottobre in distribuzione Artist First. Dopo il singolo Serenità, la cantautrice romana torna a raccontarsi e mettere in musica i pensieri e le sensazioni che l’hanno accompagnata nel periodo della quarantena del 2020. In quei mesi il balcone è stato una costante per tutti e un’immagine di unione, grazie ai momenti di canti e giochi. Le strade vuote e le case improvvisamente piene, con questi piccoli sbocchi sul mondo a far da cannocchiale sulle vite delle persone. I balconi suscitano da sempre una forte attrazione per Flora, che spesso si ferma per strada ad osservare; secondo lei raccontano storie, situazioni e la fanno fantasticare tremendamente: “mi trasmettono famiglia, quel torpore che ti culla, tipo il bacio di mia nonna o la cena alla vigilia”.

 

  1. Ciao! In che periodo hai scritto “I Balconi delle case”?

Ciao a voi! I balconi delle case è un brano che ho scritto “a rate”. La frase contenuta nel ritornello l’ho composta all’Apollo di Milano, avevo qualche minuto libero prima del sound-check e un pianoforte a muro nella sala d’ingresso ha attirato la mia attenzione.

Il resto della canzone si è delineata nella mia mente durante il periodo del lockdown, ispirata in buona parte dall’uso che si è fatto dei balconi in quel periodo. 

Nei mesi successivi ho poi rimaneggiato il tutto integrandolo con i preziosi consigli di Paolo Zou e Benjamin Ventura che hanno curato la produzione del singolo.

2. Come nasce la tua ispirazione quando scrivi un brano? È una risposta a quello che vivi, quindi più reattiva e veloce, o è frutto di riflessioni interiori, quindi più ragionata e razionale?

I miei brani nascono tutti come reazione ad episodi che avvengono nella mia vita e che mi interessano in prima persona, più raramente come risposta a ciò che vedo accadere nelle vite degli altri. In entrambi i casi si tratta sempre di atti istintivi, impulsivi e decisamente poco ragionati.   

Scrivo quando sono triste, quando mi sento persa, quando devo chiarirmi le idee, quando non trovo risposte a domande che mi assillano ma anche quando mi sento estremamente euforica o non credo di meritare la bellezza che mi circonda. 

Scrivere canzoni è un’azione catartica, mi mette a posto la testa e l’anima. 

Dopo aver composto la prima stesura di un pezzo totalmente di getto poi, nei mesi successivi, lavoro con più razionalità, eventualmente modificando alcune parti, integrando e limando. 

3. Quando tra anni riascolterai questo brano, quale sarà la prima cosa che ti verrà in mente?

La mia casa di ringhiera a Milano ed il gesto che faccio da qualche mese a questa parte ogni mattina alle 8.00: aprire le persiane dell’appartamento con la mia tazza di caffellatte fumante che bevo guardando le balconate fiorite dei miei vicini.

4. Quanto è importante per te il mondo della musica live? Hai in mente date o tour a breve?

Importantissimo, mi sento decisamente più legata alla dimensione live della musica rispetto a quella da studio e in un futuro prossimo ci saranno dei concerti anche se non ho ancora pensato alla realizzazione di un vero e proprio tour. A dicembre però mi vedrete impegnata in un bell’evento live che si terrà a Roma e che sto organizzando insieme ai Senna e ai Disco Zodiac, anche loro artisti provenienti come me da Ostia, ma più di questo per ora non posso dire. 

5. Nel tuo futuro ci saranno altri capitoli più brevi o un vero e proprio disco?  

Sicuramente rilascerò un terzo singolo che chiuderà le pubblicazioni iniziate con il brano  Serenità e legate dal fatto di essere, in modo più o meno velato, frutto di riflessioni ed influenze nate nel periodo di pandemia. 

Ho comunque tanti brani già ultimati che aspettano solo di trovare il loro posto nel mio primo disco. Il lavoro da fare sarà tanto ma non vedo l’ora di cominciare. 

 

L’articolo FLORA, un’intervista da “I Balconi delle case” proviene da Musicisti Emergenti.