Daniele Balzano | intervista al cantautore pop-rock romano

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Dopo l’interessante intervista di ieri a Marirosa Fedele, cantautrice irpina di origini sudamericane, anche oggi continuiamo a trattare di cantautorato sperimentale grazie alla musica di Daniele Balzano.
Daniele ha portato avanti la propria carriera da solo per diversi anni, occupandosi di tutti gli aspetti, dalla composizione alla produzione, con la speranza di trovare qualcuno che credesse nel suo progetto. Facciamoci raccontare da lui com’è stato crescere in modo completamente indipendente e se è riuscito a trovare un sostegno in grado di far spiccare il volo alla propria carriera.

 

https://www.youtube.com/watch?v=L1ojFeoJSh8

 

  • Ciao Daniele, parlaci un po’ di te e della tua passione per la musica.
    Grazie per questa intervista per me preziosa. Sono Daniele Balzano, cantautore romano, ho iniziato il percorso da solista nell’anno 2001 : all’attivo ho otto dischi. Il mio legame con la musica risale a quando avevo sei anni, quando iniziai a studiare il pianoforte. Successivamente negli anni a venire presi lezione di chitarra classica, chitarra elettrica, basso elettrico e canto. L’anno 2001 per me fu un punto di svolta, in cui fu forte l’esigenza di registrare un mio disco. Da solo imparai ad usare Cubase e, mediante l’uso di una tastiera, una chitarra, un basso e voce, registrai il mio primo cd dal titolo Stasera non ci sto.
  • Di cosa parli principalmente nelle tue canzoni?
    Il mio personale percorso musicale è solitario, introspettivo; esso analizza le emozioni che sento nel profondo, le esplora, dà loro un nome e le rende parole, musiche e canzoni che io posso ascoltare anche a distanza di anni, riprovando le stesse sensazioni di allora. I miei primi dischi analizzavano emozioni estreme, un amore per la persona amata spinto fino al limite, un grido forte di dolore, rabbioso. Dal mio disco del 2010 dal nome Navigo, sono iniziate a cambiare le cose, e i miei testi sono divenuti introspettivi, rivolti ad analizzare riflessioni nostalgiche sulla mia vita, estendibili a tutti. Con il mio disco Pianeta Terra, uscito il 28 aprile di quest’anno, ho analizzato questioni molto differenti, estendibili all’umanità che sta esagerando nei confronti del nostro pianeta: ho inventato storie dove io stesso protagonista fuggo con la mia astronave alla ricerca di un mondo migliore, lasciando sulla terra ormai distrutta dalle guerre, i miei affetti, i miei amori, in modo repentino.
  • Trovi difficile emergere e farsi notare musicalmente nel nostro Paese?
    Io non sono più un cantautore giovanissimo, a Settembre compirò quarant’ anni, ma posso espletare la mia personale idea che mi sono fatto in merito alla crescita artistica e del “farsi notare” in questo campo. In base alle mie esperienze, negli ultimi dieci anni le cose sono cambiate in modo radicale; intendo dire che non siamo più negli anni ’80-’90 durante i quali suonavi live nei locali, venivi notato dal produttore che successivamente ti faceva firmare un contratto discografico per tre dischi; oggi esiste la realtà digitale, una vetrina veloce: credo fortemente che internet sia l’ultima fonte facilmente gestibile da tutti, atta alla nostra libertà. Oggi Youtube sta diventando la nuova televisione, Spotify la nuova radio: così come tanti altri ambiti digitali. Mediante i social possiamo far girare il nostro nome, i nostri link, condividere con gli altri, creare gruppi artistici, tutte cose che dieci anni fa c’erano, ma non erano forti come ora. Oggi basta un click, con il telefonino, con il tablet, in macchina, sui mezzi pubblici, per strada, ovunque e si può ascoltare musica, gestire i propri like, eccetera. Personalmente credo nella realtà artistica indipendente. 
  • Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?
    Il suonare completamente da solo, anche se ho imparato a gestirlo con gli anni. Lo scotto da pagare è che sei solo, quindi la promozione, la diffusione, la grafica, la devi finalizzare tu, fin quando non hai un’etichetta alle spalle. Per il resto sono felicissimo di aver fatto questa scelta ancora oggi.
  • Hai trovato un’etichetta che ti sostiene?
    Al momento sono collaboratore con la casa discografica Vittek Records di Perugia che supporta la mia arte, e di recente sono usciti due miei dischi, Pianeta Terra e Navigo, su molte piattaforme digitali. L’etichetta ha diffuso fortemente in radio e webradio i miei singoli.
  • Parlaci del tuo ultimo lavoro, Pianeta Terra.
    Pianeta Terra tratta tematiche relative al nostro pianeta, appunto. Nei testi ho esagerato apposta certi stravizi dell’uomo, perso tra la sete di potere e le guerre; il disco descrive la fine del nostro mondo, ma ne descrive anche la sua bellezza, puntando alla speranza per tutti noi.

 

 

  • Da quali artisti trai ispirazione per la tua musica?
    Le band da cui ho sempre tratto ispirazione sono i The Cure, Katatonia, Novembre, Opeth, Alcest, Mono, Vasco Rossi.
  • Hai in progetto un nuovo album?
    In ogni mio disco ho sempre cambiato sonorità, per il futuro ho in mente di realizzare il mio nono album in acustico.
  • E, più in generale, quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
    Lavorare in ambito discografico-digitale onde supportare gli artisti, in qualità anche di talent scout e direttore artistico se possibile. Sto lavorando per rendere concreto questo mio sogno.
  • Raccontaci un bel ricordo legato alla tua carriera.
    Nell’anno 2007 suonai dal vivo a Faenza con la mia rock band Neropaco, al concorso nazionale Sanremo Rock, davanti a Sky tv e a tre grossi produttori, tra cui Giampaolo Rosselli, allora direttore artistico della Sony-BMG. Fu un’esperienza incredibile, ed essere notati proprio da Giampaolo tra novanta band provenienti da tutta Italia fu davvero un’emozione. La canzone che riuscì a colpirlo fu Il bambino e la scatola che parla della mia nascita e che scrissi nel mio studio a casa fino alle tre e mezza di notte. A seguire, una volta tornato a Roma, ebbi l’opportunità di tenere due audizioni proprio alla Sony-BMG, inutile descrivere quali e quante emozioni mi abbia donato questo piccolo sogno ad occhi aperti. Se penso a quanta poca possibilità ci sia oggigiorno per un’audizione con una gigantesca casa discografica, e quanto sia cambiato lo scenario attorno a me… ho visto cambiare le cose proprio con i miei occhi. Forse un domani avrò la possibilità io stesso di supportare gli artisti e di lavorarci, e per me questo sarebbe un sogno.

 

 

La nostra intervista a Daniele Balzano si conclude qui; potete continuare a seguire i suoi progetti futuri tramite la sua pagina Facebook e il suo canale Youtube. Potete trovare il suo album Navigo in tutti i principali store digitali.
Le nostra rubrica non si ferma e domani torneremo a parlare di rap col rapper emergente ONILL, non perdete l’intervista completa!
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