Band emergenti | Intervista agli Zeno

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Come anticipatovi lo scorso Sabato, è arrivato il momento di conoscere gli Zeno, band piemontese che sta cercando di emergere nonostante le varie difficoltà legate alla scarsa esistenza di spazi per farsi conoscere e al fatto di non riuscire, per ora, a vivere di musica ed essere perciò costretti a districarsi fra lo studio e il lavoro di tutti i membri del gruppo. Questo non vuol dire, però, abbandonare il proprio sogno, anzi, sono ogni giorno più determinati a portarlo avanti e a realizzarlo. A parlare con noi oggi è Fabio Incognito, frontman e fondatore del gruppo.

 

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  • Fabio, parlaci degli Zeno, come sono nati? Chi sono gli altri componenti?
    La band nasce nel febbraio 2012 da una mia idea. A me si uniscono, in ordine cronologico, il mio amico Johnny, il bassista Lorenzo Ghigo, il batterista Fabio Borza e il chitarrista Marco Calosso. L’idea, inizialmente, era quella di cercare delle alternative all’insoddisfazione di vivere la vita di tutti, alla maniera di tutti. Successivamente, invece, è sbocciato l’amore per la musica: gli ideali del Rock ‘n’ Roll rispecchiavano precisamente i nostri spiriti.
    Abbiamo attraversato tre momenti fondamentali, che possiamo definire “ere”: la Shamrock-era è caratterizzata da un animo punk e da un sound più vicino all’underground italiano; la Zeno- era è il secondo e più importante momento fino ad oggi, perché ha visto l’incisione di una demo e vari live in giro per il Piemonte; la “-era“, ovvero ciò che è ora, ad un anno dal cambio della line up, dove l’underground italiano è fuggito con il bassista lasciando spazio al Rock internazionale in tutte le sue sfaccettature.
    Nel maggio scorso, infatti, il bassista Lorenzo Ghigo ha lasciato la band. La line up tutt’ora vede Fabio Incognito come lead- singer, Marco Calosso al basso, Fabio Borza alla batteria e ai cori, Johnny alle keys.
  • Di cosa parlano le vostre canzoni?
    I nostri testi sono lugubri e melodrammatici, e gli argomenti più ricorrenti sono l’amore, le feste, le sbronze e la solitudine.
  • Da quali artisti trovate l’ispirazione per la vostra musica?
    Il nostro background musicale è caleidoscopico. Tuttavia, attualmente, preferiamo suoni desertici ma radio- friendly, alla Arctic Monkeys, il noir dei QOSTA e riff garage- rock modello White Stripes.
  • Credi sia difficile emergere musicalmente in Italia?
    Senz’altro, ciò è molto stimolante. Emerge chi è bravo davvero. È una bella sfida.
  • Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate finora?
    Inizialmente i nostri livelli tecnici non erano bilanciati e non era condiviso il medesimo impegno da parte di tutti. Inoltre vi erano controversie nel trovare un compromesso che mettesse d’accordo i vari background musicali personali.
    Dal cambio della lineup, invece, la difficoltà piu grande è la distanza. L’età vuole che alcuni di noi studino all’università e altri siano liceali in dirittura d’arrivo.
  •  Parlaci dei vostri lavori più recenti. Sono autoprodotti o avete un’etichetta che vi sostiene?
    Cinquanta e cinquanta. Per inaugurare la Zeno-era, nel settembre 2013, registrammo una demo. Allora le nostre influenze musicali erano diverse, così com’era diversa la line-up. La demo fu registrata in uno studio- mobile emergente. I ragazzi responsabili erano infatti molto conosciuti in zona per le ottime registrazioni live. Noi siamo stati il loro primo lavoro in studio.
  • Quali sono le vostre aspirazioni per il futuro?
    C’è voglia di suonare fino a farsi sanguinare le mani. Ci auguriamo di trovare un’etichetta che ami rischiare e abbia il coraggio di puntare su di noi. 
  • Concludiamo l’intervista con un aneddoto: raccontaci uno dei ricordi più belli con gli Zeno.
    Nel giugno 2013, nel pieno della Shamrock- era, ci trovammo a suonare due volte nello stesso giorno. Due concerti in diciotto ore: eravamo entusiasti. Il giorno dei concerti coincideva però con l’ultimo giorno di scuola, che per molti di noi era anche l’ultimo giorno da liceale prima dell’Esame di Stato. Quindi, fu fissata una cena di classe il penultimo giorno e l’alcolismo fu d’obbligo data l’aura della festa. Suonammo sotto un sole cocente ancora ubriachi, ma paradossalmente riscuotemmo successo.
    Ricordo bene l’arrivo barcollante del batterista Fabio Borza al sound- check. Ci siamo guardati e ci siamo detti in coro: “Ti sei sbronzato come un drago ieri, eh!”

 

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Ringraziamo Fabio per l’intervista e vi invitiamo a rimanere aggiornati su di loro tramite la pagina Facebook degli Zeno. La band è al momento al lavoro su qualcosa di nuovo, promettono di dare, quindi, nuove sorprese molto presto.
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2 COMMENTS

  1. La prova vivente che il detto “si cresce insieme e si migliora insieme” è finto: se non ci si impegna non si va da nessuna parte
    Fate delle parole dei fatti, bello spirito

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