Una rosa divenuta tenera passione
Questa canzone è stata ispirata da una poesia di Giuseppe Lavermicocca, caro amico e commensale di lunghe chiacchierate insieme a Lauriola. “Una rosa è il desiderio o come può esserlo il successo a tutti i costi- dice Pierpaolo- Il successo è sempre un equivoco direbbe Georges Brassens. La cosa più difficile nella vita? Essere sé stessi. E avere carattere a sufficienza per restarlo.
Il testo:
Una Rosa intensa,
insaziabile, passionale
come il mio cuore.
Cuore gremito di speranze
ed emozioni
terse come sorsi
di pioggia appena caduti dal
mesto cielo notturno.
Rosa dall’aureo manto
non sei solo un fiore.
Una rosa divenuta tenera passione
ammaliante e tenera
che come una cometa
valica nel cielo
rara e iridescente.
Una rosa divenuta tenera passione
ammaliante e tenera
che come una cometa
valica nel cielo
rara e iridescente.
Ti ho coltivato con tanto amore,
amore che ti ha reso donna.
Ti ho osservata,
contemplata inesorabilmente,
scorgendo il sublime fulgore
delle tue labbra,
che ora s’ accostano pian piano
sfiorando le palpebre dei miei
occhi dischiusi da quel fulgido
fascio solare che il tuo viso niveo,
viso che effonde un empio abbaglio.
Una rosa divenuta tenera passione
ammaliante e tenera
che come una cometa
valica nel cielo
rara e iridescente.
Una rosa divenuta tenera passione
ammaliante e tenera
che come una cometa
valica nel cielo
rara e iridescente.
Nella versione DOMO, i ritornelli sono scanditi da dei tuoni che sembrano tamburi. Quei tuoni sono stati registrati in Salento. Violini, piano, chitarre acustiche e elettriche alla NIN tutte a Milano, nel mio studio casalingo. Da notare nella versione DOMO l’espressione EURO al posto di AUREO. Per il resto a voi il senso della scoperta.
Piero Ciampi in una sua canzone cantava: Ha tutte le carte in regola per essere un artista: ha un carattere melanconico, beve come un irlandese. Se incontra un disperato non chiede spiegazioni. Il suo primo album, “Piero Litaliano” non ha successo né di pubblico né di critica (se si eccettua il giudizio di Natalia Aspesi che scrisse «nei suoi versi ci si trova qualcosa di abbastanza poetico per riuscire incomprensibile all’amatore abituale di canzonette»).
In una sua canzone confessa: “ho parlato per anni perché qualcuno capisse quello che sento”.
La poesia di Giuseppe Lavermicocca
…Una Rosa…
Intensa,
insaziabile,
passionale come il mio cuore,
cuore gremito di speranze ed
emozioni terse come sorsi
di pioggia appena caduti dal
mesto cielo notturno.
…Una Rosa…
Ammaliante,
tenera d’ animo,
rara ma iridescente
come una cometa
che valica frettolosamente
il cielo ammantato di stelle,
allietato dall’ eterna vita delle
proprie progenie,
figlie spurie della
Dea dell’ immortalità.
…Ti ho coltivato con tanto amore,
amore che ti ha reso donna,
ti ho osservata,
contemplata inesorabilmente,
scorgendo il sublime fulgore
delle tue labbra,
che ora s’ accostano pian piano
sfiorando le palpebre dei miei
occhi dischiusi da quel fulgido
fascio solare che il tuo niveo
viso effonde.
…Rosa dall’ aureo manto…
Non sei solo un fiore,
ma un’ empio abbaglio
d’ incantevoli trepidazioni
materializzatosi
nel mio piccolo mondo
di mirabili fantasie stellari,
imperato da elfi e fate,
infatuato dal tuo spettacolare
sorriso indorato.