Luca Bassanese, la felicità, l’estate e la sua visione del mondo

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È disponibile in cd/vinile/digitale “Colpiscimi felicità” il nuovo album di Luca Bassanese prodotto da Stefano Florio per Buenaonda Etichetta Discografica/The SAIFAM Group.
Sono canzoni alla ricerca della felicità, nascosta tra le pieghe del quotidiano dove l’artista si mette a nudo e racconta momenti della sua vita privata.

Abbiamo rivolto alcune domande a Luca per conoscere meglio un’artista unico.

Come cerchi ogni giorno la felicità? 

Scavando nel quotidiano alla ricerca di quella bellezza che si cela nello sguardo e nei pensieri di molte persone che nonostante tutto non hanno perso la fiducia nel futuro e lottano ogni giorno per restituire al mondo una goccia di splendore. Insegnanti che trasmettono l’amore per la cultura e con passione insegnano il potere dell’immaginazione ascoltando prima di tutto i propri studenti. Giovani laureati che creano luoghi di incontro e condivisione, che ritornano a coltivare la terra sposando la modernità della rete con la saggezza e il rispetto per la madre terra. Migliaia di associazioni e movimenti in tutto il mondo che lottano per un futuro sostenibile.

Un elemento centrale dell’album è l’estate, quale ricordo che hai dell’estate ti ha maggiormente segnato?

Eravamo al mare, io, i miei genitori e mio fratello. Mi svegliai presto e all’uscita dalla tenda vidi una fila di gente che andava verso il mare. Allora seguii quel flusso, quella corrente incuriosito e mi ritrovai di fronte ad una spiaggia che sembrava non finire. La bassa marea si estendeva fino a quel punto dove con il mio corpo di bambino non era mai riuscito ad arrivare. Di fronte a noi il mare ci donava i suoi frutti, una distesa di conchiglie che si potevano raccogliere a mani nude, senza reti, come se il mare avesse deciso di donarci le sue meraviglie. Mia madre mi ritrovò dopo qualche ora preoccupata non sapendo dov’ero e mi vide li in mezzo agli altri a raccogliere i frutti che il mare ci aveva donato. Fu per me un momento di grazia e di felicità che ancora oggi ricordo nel profondo e quando chiudo gli occhi mi aiuta nei momenti difficili. Il mare, mia madre e la gratuità della terra.

Con Antonio Cornacchione hai reinterpretato “Ho visto un re” in omaggio a Enzo Jannacci e Dario Fo. Quanto questi due grandi hanno influito sulla tua musica?

Cantare per me è raccontare il mondo cercando di restituire alla realtà uno sguardo altro, come se il mio punto di osservazione fosse da un’altra parte, lontano dalle logiche e delle mode del momento. Questi artisti non hanno mai seguito le mode ed è per questo che ancora oggi ce li ricordiamo, perchè hanno saputo raccontare il loro tempo con onestà intellettuale rendendosi spesso scomodi al sistema che ci vuole tutti in fila ad acquistare lo stesso biglietto, per lo stesso spettacolo, con le stesse parole della pubblicità.

Quali saranno i prossimi appuntamenti?

Sono appena stato in nord Europa con il mio nuovo tour #colpiscimifelicità accompagnato dai musicisti della Piccola Orchestra Popolare ed ora stiamo proseguendo la tournée in Italia. Sono molto felice per il pubblico presente perchè è un pubblico autentico e molto attento, famiglie con bambini al seguito e giovani con bellissime idee e voglia di riscatto. È come ritrovarsi in una grande famiglia ed io e Stefano Florio mio coautore e produttore che da dodici anni raccontiamo le contraddizioni di un sistema che sembra aver perso il lume della ragione non possiamo che ritrovare ogni volta la spinta necessaria per proseguire questo cammino.

@martaaloisi

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