Oggi intervistiamo e conosciamo meglio, ripercorrendo le tappe più importanti della sua carriera, il compositore e cantautore siciliano Fernando Alba.
Nato in Sicilia ma cresciuto artisticamente a Roma, Fernando Alba ha saputo farsi notare con il suo primo album da cantautore, La Chitarra Nuova, pubblicato nel 2014, e continua senza sosta la sua scalata nel mondo della musica undergorund italiana, incontrando il favore della critica (nazionale e non solo) e il gusto dei palati più sopraffini tra gli amanti dell’autorialità italiana. Abbiamo deciso di intervistarlo per far conoscere ai nostri lettori una nuova perla del panorama musicale italiano, non solo musicalmente, ma anche da un punto di vista più personale.
- Parlaci un po’ di te e di quando e come è iniziato il tuo legame con la musica.
La mia prima canzone l’ho inventata che ancora andavo all’asilo e non sapevo scrivere. Ricordo che erano i giorni del festival di San Remo del 1982 e Vasco Rossi cantava “Vado al massimo”. Io in quel tempo andavo all’asilo e in quei giorni del festival andai con un foglio di carta che avevo scarabocchiato e facendo finta di leggere cantai davanti ai miei compagni e alla maestra di scuola una canzone da me inventata, sia in musica che in parole, ispirandomi a quella di Vasco. Da allora ho cominciato a sentire un forte legame con la musica e poco dopo a scrivere canzoni. Comunque la la musica non ha un ruolo da protagonista nella mia vita, ma non è neanche un contorno, né riesco a farne a meno per lunghi periodi, non troppo lunghi perché è il mio lavoro e vivo di quello. Fortunatamente non soffro di nostalgia, sarà che vivendo lontano dai miei più importanti affetti per gran parte del periodo dell’anno, ho accumulato una certa resistenza nei confronti della nostalgia e questo mi permette di godere di lunghe pause musicali senza soffrire. Non sono nemmeno un grande ascoltatore e fruitore di musica, sono pochi i dischi che ho a casa e ancora meno quelli che ho ascoltato una seconda volta, raramente aggiungo un nuovo brano alla mia playlist, ma vado spesso a sentire concerti. La musica per me è una seconda casa, la prima casa è il silenzio.
- Quali argomenti tratti maggiormente nei tuoi testi?
Lo scorso album, La Chitarra Nuova, è stato una raccolta delle mie più belle canzoni scritte tra il 2000 e il 2012 e i contenuti spaziavano dalla classica canzone d’amore ad aspetti personali e non su la realtà che ci circonda. Questo nuovo album lo possiamo definire un sequel del precedente, infatti chiudo con l’argomento “Felicità” e lo riapro con lo stesso, le tracce successive parlano oltre che dell’Italia in cui viviamo e del momento storico che stiamo attraversando anche d’amore. Il titolo dell’album è Nello Stesso Acido, perché siamo tutti uguali e viviamo anche se in modo diverso, ma nello stesso mondo e viviamo più o meno delle stesse emozioni. “Terreno Inerte” dedicata alla speranza di un cambiamento e della fuga dei cattivi pensieri. “Italia” che fa un quadro della situazione del nostro paese, e molto altro. E ovviamente la title track, che parla di un amore mai confessato, mai consumato, forse mai esistito nella realtà, ma sentito in qualche modo da entrambi a tal punto che anche senza un contatto ne senti lo stesso l’unione.
- Pensi sia difficile crescere e farsi notare nel tuo campo, in Italia?
Oggi credo che il web sia una opportunità per dare notizia della tua esistenza, ma se vuoi farti anche conoscere e non solo far sapere che esisti, devi scendere in piazza, devi parlare con la gente, devi trasmettere il tuo messaggio musicale, devi suonare per loro e con loro. Se vuoi andare avanti nel mondo musicale non puoi farlo solo telematicamente, soprattutto all’inizio di una carriera, la gente compra i tuoi lavori o pagherà un biglietto per venirti a sentire solo se si fida di te, il web è freddo ed è il posto peggiore per ascoltare la musica, sia qualitativamente che formalmente, la musica è un contenitore di elettricità e si muove nell’aria. Il palco è caldo, quando suoni sudi e chi ti sta davanti lo vede e s’innamora di quello che fai solo se realmente lo fai. Oggi, la maggior parte delle persone che fa musica, lo fa dalla sua stanzetta e poi il risultato lo postano sul web, aspettano che gli altri arrivino: se scoppia il fenomeno web bene, altrimenti continueranno a rimanere nella loro stanza. Io, anziché aspettare, preferisco andare a cercare il mio pubblico e sarà con questo spirito e questa filosofia che cercherò di superare le immense difficoltà oggettive legate ad un attività promozionale di questo tipo, ma porterò avanti il mio progetto sempre così. Sono un artista in cerca di pubblico, ma non mi sento un emergente e nemmeno un “indipendente” definizione un po’ inflazionata su cui nuotano tutti gli artisti poco conosciuti con un minimo di storia musicale, in realtà nessuno è indipendente, siamo tutti legati al mercato e alle sue regole, sia che lo si faccia per conto nostro e sia che lo si faccia sotto la guida di qualcuno. Io sono semplicemente un Cantautore in uscita con un secondo album che ha voglia di continuare a crescere e farsi conoscere per poter continuare a scrivere e poter continuare a vivere.
- La tua musica è un incontro di diversi stili, tu come la definiresti?
La musica oggi si fa in tutte le “salse” e non solo con gli strumenti acustici, anche se sono i miei preferiti, questo ci permette di spaziare. Io pur avendo questa possibilità rimango legato alla carta, la penna, la chitarra e il pianoforte, questi sono i miei attrezzi per scrivere canzoni. Sicuramente sto ancora cercando un punto centrale nel mio universo musicale, ma credo di aver trovato un mio personale linguaggio e molti miei amici, colleghi lo riconoscono al volo se quel che sentono è farina del mio sacco. Periodicamente mi avvicino e mi allontano da me stesso, cerco di rimanere al mio posto e pubblicare ciò che mi piace veramente anche se non in linea con la moda e i gusti del momento.
- Ci sono artisti da cui trai ispirazione?
Quando scrivo non penso mai a un artista come iniziale fonte d’ispirazione, ma mi piacerebbe poterlo fare, adoro poter scrivere per altri. Quando scrivo per me la canzone che viene fuori è un sempre molto difficile da cantare e vestire, ci vuole un po’ ma poi prende forma. In passato le maggiori fonti di ispirazione sono sempre state legate alla musica italiana degli anni ’90, alle band e ai cantautori. Mi piaceva quasi tutto quello che la discografia proponeva sicuramente artisti come De Andrè, De Gregori, Battisti, Battiato, Vecchioni, Dalla, e poi Jovanotti, Bersani, Vasco ed il mondo Rock dei Litfiba degli Afterhours, ed il rock internazionale dei Doors e dei Nirvana, e via discorrendo, sono stati quelli che mi hanno permesso di innamorarmi della musica e mi hanno istruito nella composizione e nella scrittura delle canzoni. Dal nuovo secolo ho un po’ abbandonato i miei riferimenti, ho iniziato a scrivere pensando di proporle ad altri e farne qualcuna per me.
- Parlaci un po’ dei tuoi lavori più recenti.
Da anni mi occupo in generale di cinema, dalle colonne sonore al sound designer, nonché di produzione discografica. Sono anche stato di supporto ad altri compositori e autori, vivo bene in studio di registrazione e non mi dispiace fare musica senza parole. Con la mia attività di cantautore ho scritto oltre 400 canzoni, ho iniziato da bambino, ma il mio primo album l’ho fatto quando ho percepito una certa maturità artistica per prendermi le responsabilità di quello che scrivevo e cantavo. Il 2015 è stato un anno pieno di soddisfazioni anche internazionali, un mio progetto discografico ha avuto oltre dieci candidature internazionali e diversi premi, parlo di “Golden Leaves” cantato da Noemi Smorra e Lena Katina delle t.A.T.u. scritta con Kathleen Hagen, inoltre ho prodotto per Noemi Smorra il suo primo Ep “Trasparente”. E quest’anno uscirò nei cinema con una colonna sonora scritta per il film Prima di Lunedì di Massimo Cappelli. Adesso è il momento di ritornare in prima linea.
- Hai già qualcosa di nuovo in progetto?
Sono quasi pronto con l’uscita dell’album Nello Stesso Acido che presentiamo Giovedì 28 Gennaio a L’Asino che vola, con un’anteprima Live. Saranno 8 nuove canzoni, tutte rigorosamente in Italiano con un filo di Grunge che le unisce fra loro. In questo album si sente più di un’Anima, perché ogni parte musicale è stata scritta e suonata e non computerizzata. I protagonisti sono tutti amici, tutte persone per cui nutro stima ed affetto e quando la stima e l’affetto sono reciproci si ha il piacere di fare delle cose insieme ed ecco che canzone dopo canzone mi sono ritrovato un album suonato da grandi musicisti e lavorato da ottimi ingegneri del suono.
- Raccontaci uno dei ricordi più belli legati alla tua carriera di musicista.
Il coraggio d’intraprendere questo percorso Cantautorale me lo ha trasmesso il maestro Emanuele Bossi, che ho battezzato come mio produttore artistico, ma in realtà è per me il mio migliore amico, una guida fin dal primo giorno in cui ho intrapreso la carriera musicale professionale. Gran parte del mio lavoro è stato svolto con lui e nei primi anni della nostra collaborazione ho conosciuto gran parte delle persone che hanno suonato i miei album e ci sono state diverse occasioni in cui ho incontrato i grandi della musica sia discografia che cinematografica. Nel mio presente ci sono anche altre persone speciali che mi hanno permesso di realizzarmi professionalmente, come Alessandro Paolinelli e Domenico Azzolina, che mi seguono e curano la mia attività artistica da dietro le quinte. Oggi se sono il Cantautore Fernando Alba lo devo a mia madre e mio padre, ma se continuo a fare questo mestiere lo devo a loro e al pubblico che continua a sostenermi e seguirmi sempre più numeroso! Colgo l’occasione per ringraziarLi e per ringraziarVi.
Noi ringraziamo invece Fernando Alba per averci concesso questa interessante itnervista, e vi invitiamo a seguirlo attraverso la sua pagina Facebook, il profilo Twitter, il suo canale Youtube dove poter ascoltare i suoi brani e infine il suo sito ufficiale.
La foto in testa all’articolo è di Eleonora Rossi.