Carriapezzi | Intervista agli MC pugliesi Hide e Bru

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Dopo la parentesi teatrale di Cono Cinquemani, con la seconda intervista di oggi torniamo ad occuparci del vastissimo e frammentato panorama del rap emergente italiano insieme ai Carriapezzi, gruppo rap pugliese formato dagli MC Bru e Hide. Il nome Carriapezzi ha diversi significati che vanno dal rifiuto della guerra a quello dell’essere se stessi un carro in pezzi, pronto a distruggere una volta ricostruito. Game Over Dose è il loro ultimo singolo, estratto dal mixtape Sepolti vivi.

 

 

Bru Hide testimoniano la difficoltà di emergere e farsi notare in un panorama musicale saturo ed occupato troppo spesso da gente che non merita la notorietà ricevuta e che sputa apertamente sugli ideali di indipendenza e autenticità del rap. Già altre volte nella nostra rubrica abbiamo parlato del rap come principale mezzo d’espressione del disagio giovanile. La valvola di sfogo di una generazione cresciuta nella decadenza di un Paese spolpato e proveniente spesso da territori lasciati morire nella desolazione e nell’indifferenza, come lo sono molte provincie italiane, soprattutto del Mezzogiorno.

 

  • Parlateci un po’ di voi, come sono nati i Carriapezzi? Chi sono i componenti?
    La nostra crew parte da Avetrana, Taranto, in PUGLIA. Un paesino disperso dove diversi anni fa iniziammo a coltivare passione per questa arte, attualmente siamo tre componenti: BRU (mc) HIDE (mc) e il nostro grafico. Siamo in cerca di un beatmaker per completare la squadra!
  • Di cosa parlano le vostre canzoni?
    Siamo due MC molto diversi anzi, completamente opposti sia per stampo della metrica che, a volte, per ispirazione. Le cose che ci accomunano nell’esporre i contenuti sono l’ allontanamento dalla massa; l’odio nei confronti delle mode e della banalità del normale; l’amore verso questa disciplina e la rabbia incompresa.
  • Da quali artisti trovate l’ispirazione per la vostra musica?
    Ci sono diversi artisti, italiani e non. Quelli che mi sento di citare attualmente sono quattro: 16 BARRE – DSA COMMANDO – KAOS ONE – MEZZOSANGUE.
  • Vi autoproducete o siete sostenuti da un’etichetta?
    Non abbiamo mai avuto un’etichetta né vogliamo averne una. Abbiamo sempre fatto lavori autoprodotti, a volte usando beat di artisti che ammiriamo. Se la fortuna ci assiste, anche se nel nostro caso la speranza è la penultima a morire, più in là vorremmo essere noi a fondare un’etichetta senza essere dipendenti da nessuno. Molte volte “etichetta” è sinonimo di “Schiavitù”.

 

 

  • Cosa pensate del modo in cui si è sviluppata la scena rap italiana negli ultimi anni?
    Dobbiamo dire che il RAP è vivo! Non si può dire che l’hip hop è morto, ca**o si vedono rappers ovunque, non ci vogliono licenze per farlo. Tutti sono liberi di esprimersi (finché non ti vendi). Il malcontento umano della popolazione italiana penso sia aumentato e tutto ciò ha portato i giovani a cercare un punto di sfogo, e il RAP è la migliore cura per il malessere interno.
    Per quanto riguarda la scena attuale proviamo ribrezzo per certi aspetti…ci riferiamo ad artisti che non vogliamo citare. Ma ci sono artisti come Nitro, Salmo e Mezzosangue che ci stupiscono sempre di più per il lavoro di qualità che riescono a fare senza mettere da parte la coerenza, che è uno degli aspetti più importanti.
  • Credete sia difficile emergere nel vostro ambiente in Italia, soprattutto provenendo da una piccola realtà di provincia, come nel vostro caso?
    Non è difficile, è del tutto IMPOSSIBILE. La differenza fra paesini del Nord e quelli del Sud è gigantesca! Qui scarseggiano gli eventi, non si vede anima viva tranne che a eventi eccezionali. Un trasferimento a Nord ci gioverebbe tantissimo, ma a causa delle poche possibilità rimarremo in questo buco a spingere merda per i vivi di questo posto di MERDA.
  • Finora quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?
    Sicuramente quella di ampliare il nostro pubblico, a causa dei pochi mezzi, e farsi una ragione che non è arrivato il nostro momento e che forse non arriverà mai. Per questo cerchiamo di apprendere sempre di più e di sfruttare fino alle ultime risorse e forze. Vogliamo fare di tutto questo un lavoro, ma la realtà è che i fake rappers sbucano ovunque togliendo visibilità a chi merita.
  • Ed invece qual è un bel ricordo legato alla vostra carriera?
    Non abbiamo avuto molte soddisfazioni finora, ma nel nostro minuscolo ci accontentiamo.

 

 

Auguriamo ai Carriapezzi di continuare a crescere e siamo certi che lo faranno, perché non mancano i due mezzi fondamentali: il talento e la determinazione. Se volete continuare a seguirli, potete farlo tramite la loro pagina Facebook e il loro canale Youtube. Potete inoltre scaricare gratuitamente il loro ultimo mixtape su Sendspace.com.
Le nostre interviste tornano domani, giorno in cui conosceremo un altro rapper, stavolta da Roma, Er Teschio, la band hardcore metal Ocropoid dal Piemonte, ed infine gli Hemingway, da Latina. Non perdetevele!
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