“Arriva lo Zar” è il lavoro d’esordio dei Colpi Repentini che verrà presentato giovedì 28 ottobre nella suggestiva cornice dell’Arci Ohibò (via Benaco 1, Milano). L’ep è composto da sei brani, che raccontano in musica storie di amori sfortunati, patti col diavolo, giorni e notti di spensieratezza, castelli in aria, fino al puro e semplice nonsense. I Colpi Repentini sono una formazione pop-rock di Milano composta da Alessio Piano (voce e chitarra ritmica), Federico Durante (basso), Andrea Terzi (tastiera e seconda voce), Matteo Prevello (chitarra solista) e Matteo Costantini (batteria). Da anni i cinque ragazzi calcano i palchi dei locali milanesi proponendo un repertorio di brani originali con influenze che spaziano dal beat al jazz, dal gypsy alla canzone italiana.Note Spillate li ha intervistati per voi tra sonorità taglienti e indole romantica.
Da dove nasce il nome “Colpi Repentini”?
La scelta di chiamarci Colpi repentini è stata casuale. Il nostro nome è una specie di nonsense, che molti accostano al termine “sveltina”, anche se quando abbiamo coniato il nome non abbiamo pensato assolutamente a questo. Colpi repentini è un semplice gioco di parole.
Come nasce “Arriva lo zar”?
“Arriva lo zar” matura nel tempo. Era da molto che avevamo i pezzi pronti. Ne avevamo già registrati tre.
Avete anche lanciato un video clip.
Sì. All’inizio di febbraio abbiamo lanciato il video clip “Un’ottima giornata” in vista della successiva registrazione dell’ep.
Come è andata la registrazione dell’ep?
Bene. L’abbiamo registrato a giugno alla Noise Factory di Milano.
Avete deciso fin da subito di fare un ep al posto di un disco?
Sì. Avevamo venti pezzi, ma abbiamo deciso da subito di non registrare un intero disco. Abbiamo selezionato quindi sei brani. Un ep come primo lavoro ci sembrava la cosa più sensata.
Da dove nasce il titolo del vostro ep?
“Arriva lo Zar” è il titolo di uno dei pezzi dell’ep. È un testo-nonsense. Il protagonista del brano sogna e incontra una serie di personaggi famosi. A un certo punto però, “arriva lo zar” da lontano in una specie di allucinazione onirica
Qual è il tema dell’ep?
Un occhio di riguardo per la canzone italiana. Crediamo sia il nostro punto di distinzione rispetto alla scena del rock emergente. Tentiamo di recuperare la musica degli anni 60, mischiando le a diverse suggestioni che spaziano dal beat al jazz al gypsy. Il nostro sound assomiglia a una jam session tra Fred Buscaglione, Tom Waits e Goran Bregović quando alle 5 di mattina, tra i fumi dell’alcol e delle sigarette, deciamo di cantare felicità e amori perduti.
C’è una canzone alla quale siete più legati?
È difficile dirlo, sono tutte nostre figlie. C’è però “Un’ottima giornata” che è la figlia maggiore. Forse è quella che amiamo di più suonare.
Giovedì 28 novembre presenterete il vostro ep al Circolo Arci Ohibò.
Sarà la presentazione ufficiale dell’ep. È uno degli Arci che preferiamo. È aperto da poco ma è già avviato molto bene. Ci piace parecchio.
Avete inventato anche una formula di ingresso al circolo Arci molto carina.
Sì. L’entrata costa 3 euro, ma se si aggiungono 2 euro si ha anche l’ep in omaggio.
Tre aggettivi per Colpi repentini?
Romantici, sbandati e determinati.
Tre aggettivi per Arriva lo Zar?
Tagliente, variopinto e maturo.
Come mai questo ultimo aggettivo?
Arriva lo zar è un punto di arrivo. È anni che facciamo live. Eravamo molto più grezzi qualche anno fa. Ci ha aiutato molto l’ingresso di un secondo chitarrista. Ora siamo un gruppo ben rodato.
Intervista a cura di Barbara Giglioli