Claire Audrin, conosciamo meglio la voce che sta stregando il panorama musicale estero

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Chiara Rigoli, in arte Claire Audrin, è una delle poche artiste “self-made”.

Claire scrive, arrangia, registra i suoi pezzi direttamente nella sua camera da letto. Inoltre gira, monta e fa lei stessa la post produzione di tutti i suoi video clip.

Sarà in live streaming il 16 luglio

 

Seconda parte dell’intervista

Leggi anche: Anteprima intervista a Claire Audrin

Musicisti a cui ti ispiri?

Sono molti: adoro i The Cranberries, Alanis Morissette, Johnny Cash, Coldplay, Mumford & Sons, Ed Sheeran. Tra i miei ascolti più “nuovi” ci sono Lorde, Billie Eilish e Dua Lipa.

Cosa c’è nella tua playlist Spotify?

Sicuramente tutti i musicisti citati sopra, poi ascolto veramente generi molto vari. Una parte che mi piace molto è quella delle soundtrack, ascolto molte colonne sonore di film che mi piacciono. Una di quelle che preferisco è quella di “Once”, ci sono canzoni veramente molto belle e sentite. Un’altra che ascolto spesso è quella de “Il favoloso mondo di Amelie”, ha delle sonorità che mi rilassano e mi portano proprio in quel mondo. Una cosa che adoro della musica è la capacità di creare delle immagini nella mia testa e darmi sensazioni diverse a seconda dell’armonia. Comunque a parte il mondo delle colonne sonore, ultimamente ascolto tantissimo Billie Eilish, Finneas e i Muse.

Raccontaci il ricordo più bello della tua carriera?

Sul ricordo più bello non ho dubbi: le 2 date di apertura ad Ermal Meta del “Non Abbiamo Armi Tour”, la prima a Chieti e la seconda a San Benedetto del Tronto. Per un artista il live è il momento più intenso in cui si confronta con il pubblico reale ed è la vera prova dalla quale ha un feedback dall’ascoltatore. È il momento in cui l’artista fa musica attivamente e in modo diretto, quindi è il momento più appagante.

Hai una o più muse ispiratrici?

Ne ho diverse, dipende da quello che sto vivendo. Sicuramente l’amore è una degli argomenti che tratto di più, ma anche l’amicizia o emozioni legate a stati ansiosi.

Come hai passato la quarantena dal punto di vista artistico?

L’ho vissuta abbastanza male all’inizio. Mi ero depressa, per cui ne ha risentito anche il lato artistico. Dopo qualche settimana però ho scritto dei brani nuovi, tra cui “Da dove vieni” ispirata proprio alla situazione di quarantena. Ovviamente scrivere era l’unica cosa possibile in quel momento.

Come vedi il mondo musicale nel futuro post Covid?

Sicuramente non bene come prima, ma ci stiamo reinventando, ad esempio con dei live in streaming (come quello che farò tra qualche giorno) e piano piano, sempre stando alle norme di sicurezza, si ricomincerà a suonare prima in situazioni piccole, poi si spera che ripartirà tutto appena possibile.

Progetti per il futuro?

Ho molti brani nuovi in cantiere, soprattutto in italiano. Non vedo l’ora di raccontare quello che ho da dire nella mia lingua. Finora mi sono sempre un po’ nascosta dietro la lingua straniera, ora ho voglia di essere diretta ed esprimermi senza filtri.

La nostra piattaforma si chiama Musicisti Emergenti. Cosa consiglieresti ai musicisti emergenti?

Io mi sento ancora una musicista emergente, comunque il mio consiglio da cantautrice è di scrivere con sincerità senza seguire le mode del momento, perché si sente se le cose sono costruite e di conseguenza arrivano di meno.

F.Bellan

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