Ciao Steg, ci racconti il tuo progetto?
Partiamo dal presupposto che Steg è un sognatore: sono un disco, un palco, la gente che canta le mie canzoni. Tutto questo per lasciare qualcosa, per far sapere e ricordare al mondo chi sono io e qual è il mio ruolo nel mondo. Io voglio raccontare la vita attraverso le canzoni, comunicare come le altre persone non mi risulta facile, il mio carattere introverso mi ha sempre chiuso alla vita quella vera, ho sempre avuto problemi di comunicazione ed è questo il motivo vero per il quale ho iniziato a scrivere.
Come nasce il brano?
Il brano Non avrei voluto mai nasce dal dolore, racconta la scomparsa di mio nonno, l’ultima sera vissuta insieme, del mio senso di colpa per non essergli rimasto accanto nell’ultimo momento, nasce dalla nostalgia dei momenti più belli vissuti con lui e dall’illusione di poterlo ritrovare un giorno. In una frase del ritornello dico: “dimmi perché sono costretto a ricordare quando, potevo ancora viverti può fare male quanto “ , questa frase riassume gran parte del dolore e della non rassegnazione che provo da quel giorno. Era da tempo che stavo cercando un beat sul quale trasportare tutto il mio dolore e l’ho trovato in una sera di primavera su YouTube. Si trattava di un type beat ballad sul quale ho scritto in una notte intera il pezzo, ascoltati i primi 5 secondi avevo già capito che era quello di cui avevo bisogno per scrivere la canzone. Una volta in studio quando abbiamo lavorato sulla produzione originale non ho voluto stravolgere il type beat principale e abbiamo cercato di rimanere sul ballad pop con pianoforte e inserimenti orchestrali cercando di far crescere la canzone facendola esplodere con l’ultimo ritornello.
Quali sono le tue principali influenze?
Rap, rap, rap, forse troppo rap. Da quando sono bambino che il 90% di musica che ascolto è quella. Nel 2006 ascoltai “serpi” di Jake la Furia, fu lì che mi innamorai, ricordo esattamente il momento in cui la ascoltai, era pomeriggio dopo scuola ed ero a casa di un amico, indimenticabile, da lì iniziai ad ascoltare tutti gli altri da fibra con Mrs Simpatia a mondo marcio che andava molto a quei tempi. In questi anni ho ascoltato principalmente rap italiano, ma ultimamente sto ascoltando anche rap americano e l’artista che in assoluto mi sta influenzando di più è NF rapper americano.
Come nasce la tua ispirazione?
La mia ispirazione 9 volte su 10 nasce dal beat. Mi basta ascoltare anche 20 secondi del beat per capire se mi sta dando quello che voglio o se posso scartarlo, se sento qualcosa parto subito con l’idea ma in realtà l’idea me l’ha già data il beat.
Ci racconti l’idea del videoclip?
L’idea del videoclip si divide in due visioni, la consapevolezza e l’illusione. Le sequenze in cui sono seduto appoggiato all’albero sono quelle in cui ho sempre la faccia triste e disperata perché so che non rivedrò mai più mio nonno. Le sequenze invece principali del video sono quelle in cui, io, solo e abbandonato in una casetta dopo tantissimi giorni che non vedo mio nonno mi illudo di poterlo ritrovare sulla cima di una montagna e seguendo il percorso disegnato da me nei giorni passati in quella casa, mi incammino verso la cima, una volta arrivato su ovviamente mio nonno non c’è e io crollo perché il mio sogno di rivederlo si è schiantato contro la verità. Tutta questa è una metafora della mia vita, io tutti i giorni pur essendo consapevole del fatto che non rivedrò mai più mio nonno a volte ancora lo cerco, ancora spero di poterlo ritrovare dietro quella porta ma poi quella porta si chiude e si schianta contro la mia illusione.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
È già pronto un secondo singolo che uscirà entro fine anno, che si avvicina un po’ di più alla mia zona di comfort, il rap, ma neanche troppo, mi piace sperimentare. Mentre per il 2022 ho in programma di uscire con un EP, per presentarmi musicalmente un po’ più completo, non solo con un brano, ma almeno 7.
L’articolo Steg, “Non avrei voluto mai” è il nuovo singolo (Rumori Digitali). L’intervista proviene da Musicisti Emergenti.