A cosa stai pensando è il disco d’esordio della band comasca Rebus. Un nome e un disco verrebbe da dire. Nei dieci brani pop/rock che compongono l’album si passa dalle ballate rock classiche a dei pezzi recitati struggenti per poi incappare in canzoni dal sapore estivo e dal ritornello orecchiabile. Arrivare a definire questo gruppo, quindi, è davvero un rebus ma questo non è un problema nemmeno per i puristi del genere, perché il disco scorre via veloce ed in modo piacevole.
Tutte le canzoni sono gradevoli, anche se alcune possono essere tranquillamente tenute in sottofondo, magari in un bel tramonto estivo con il proprio compagno o la propria compagna accanto mentre si sorseggia un drink. Dove le orecchie devono farla da padrone è invece in brani quali “Nei Ghetti d’Italia”, tanto malinconica quanto affascinante in un cantato recitato che ricorda gli Offlaga Disco Pax e i Massimo Volume.
E’ difficile isolare un tema principale nel disco. Di certo non si parla solo d’amore, anzi, in diversi brani si fanno largo temi quale la rivalsa sociale e la denuncia di temi d’attualità che spesso non si ritrovano nel genere pop/rock.
Un progetto coraggioso che potrebbe avere buoni riscontri anche all’estero, soprattutto in Gran Bretagna dove stanno emergendo gruppi dalla sonorità molto simile a quella presentata in questo lavoro dai Rebus. Una nota di merito va al produttore Max Zanotti, cantante e frontman dei Deasonika fino al 2010 e oggi apprezzato solista che ha raccolto questa interessante sfida.