Nella seconda intervista di oggi parliamo con una band di rap hardcore, gli Ocropoid composta da cinque membri, tutti dal Piemonte. Ogni componente ha un background musicale differente che trova spazio all’interno della band, che si permette perciò di spaziare fra diverse influenze che vanno dal grind al death metal. Attualmente gli Ocropoid stanno portando a termine il loro primo vero lavoro; a parlarcene, in rappresentanza della band nella nostra intervista, sarà uno dei due cantanti, Sashimi.
- Parlaci degli Ocropoid, com’è nato il gruppo?
Dunque, il gruppo è nato prima che mi unissi io, fondato da Perry Watt, aka Sick Brain (prima voce) con l’idea di suonare musica con gli strumenti e fare serate in giro, penso su questo non ci siano dubbi per nessuno. Io mi sono unito inizialmente come spalla, finendo col diventare un membro effettivo in poco tempo. È da più o meno un anno o due che ogni settimana ci chiudiamo in saletta a provare. Siamo io (Sashimi Rotten) come seconda voce, OmegaStronzo alla batteria, Arturo Death alla chitarra e Trenino Thomas al basso. Coi nomi siamo un po’ difficili, ma credo che più o meno siano questi. Il nome è Ocropoid e facciamo rap hardcore con sonorità un po’ grind, un po’ punk, un po death metal, un po’ come ci pare a noi, che è sempre stata la nostra indole, seguendo tutti i vari background di ognuno. Suonare con gli strumenti alle spalle è un altro mondo rispetto a un beat, senza niente togliere a DJ e produttori. Ma è oggettivamente molto più potente.
- Il vostro nome ha un significato particolare?
Certo che sì! Si può facilmente intendere leggendolo al contrario. Siamo dei miscredenti, verso tutto, credo sia anche questo che ci unisce.
- Quali argomenti sono più presenti nei vostri brani?
I non-argomenti. Non seguiamo una logica, facciamo quello che sappiamo fare. Scrivere merda (se si può dire), parliamo del più e del meno sfogandoci, confidandoci. Non ci poniamo limiti di tolleranza dell’ascoltatore, o di etica o di perbenismo. Siamo l’esatto opposto. E chi ci segue è perché si rispecchia, non il contrario, noi non cerchiamo di piacere, vogliamo essere sporchi, crudi, tutto quello che si può.
- Da quali artisti trovate l’ispirazione per la vostra musica?
L’hardcore. Abbiamo background molto diversi, ma l’hardcore sta alla base. Per quanto riguarda me mi piacciono molto i Cripple Bastards, anche perché vengono dalla mia stessa città. Sicuramente anche molto rap horrorcore, dagli emergenti ai non, chi ci mette l’anima. Potrei spararti DSA Commando per dire un nome. Se parliamo di artisti non posso escludere il cinema, a cui sono appassionato. Sono i soliti nomi che girano intorno a determinate tematiche, David Lynch, Cronenberg, Christopher Nolan…tutto ciò che tratta la mente umana legata alla carne, al rapporto con il tempo e tutte queste cose qui. E aggiungerei Burroughs come scrittore.
Parlateci un po’ dei vostri lavori più recenti e di come sono stati portati avanti: si tratta di lavori autoprodotti o avete un’etichetta alle spalle?
Stiamo lavorando a un progetto, quasi terminato, ma per questo il tecnico è Perry. Sta gestendo lui tutto, dai mastering alle grafiche, non so niente di preciso ancora. Questo sarà il nostro primo lavoro, una demo che vorremmo portare a suonare in giro il più possibile, farci conoscere nei centri sociali e in questo ambiente in cui comunque bazzichiamo da un po’. Per ora credo di poter annunciare il titolo che sarà Live fast die young, saranno sette tracce provate per un anno intero senza mai farle uscire dalla saletta. Ecco perché vorremmo godercele il più possibile. Siamo assolutamente indipendenti e autoprodotti dal primo all’ultimo particolare. Gestiamo tutto il suono noi, le grafiche, il merch (forse), pubblicità e tutto. Siamo noi la nostra etichetta.
- Quali aspirazioni avete per il futuro?
Nessuna per ora, se non sbatterci per far fuori le copie fisiche che faremo. Suonare suonare suonare. Cercare il nostro pubblico. Abbiamo appena iniziato a fare le cose come si deve, poi si vedrà, dipende tutto da questa estate che viene e dall’inverno che la seguirà.
- Credete sia difficile emergere nel vostro ambiente in Italia?
Si, eccome. Ormai il rock è trapassato remoto. L’hardcore ha preso una piega per cui è venuto fuori un determinato sound che detiene il monopolio, e la gente non esperta pensa che il vero hardcore sia quello. È difficile uscire in un mercato così ristretto, soprattutto mentalmente. Ora piano piano gente si sta avvicinando, soprattutto raver, ma in una contaminazione non ci spero proprio. I gruppi veramente hardcore che portano avanti questa roba e sono conosciuti lo fanno da decenni: si sono sudati tutto, ma ora sono rispettati e hanno una fanbase di puristi che li seguono da sempre, non dei ragazzini che tra un mese cambiano gusti. Ecco, io, noi, non vogliamo scorciatoie. Il nostro suono è quello che è, e quello rimane. Se lo cambiamo è per nostra scelta. Vogliamo mantenere la dignità di essere stati veri, meglio quattro fan buoni che centomila che non capiscono neanche cosa dici.
- Finora quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?
Vediamo, difficile…mi viene da dire capirci tra di noi per decidere quale ca**o di suono vogliamo fare (ride NdR)…ma siamo comunque insostituibili, ognuno di noi, quindi quello che ne esce non si capisce cos’è, ma a noi piace di brutto. Abbiamo fatto diverse prove per trovare un bassista, ecco questo credo sia stata la cosa piú difficile, perchè nessuno si aspetta mai di sentire una roba tanto estrema. Ma a noi piace così! E alla fine lo abbiamo trovato. La nuova sfida è trovare buchi in cui suonare.
- Raccontaci uno dei ricordi più belli tra quelli legati alla vostra carriera insieme.
Tutti diciamo! Siamo molto affiatati, ogni prova è a sè, tiriamo fuori la fantasia. Le serate dopo live nostri e non sono la parte migliore, siamo sempre ubriachi buttati da qualche parte in giro tutta la notte ad aspettare un treno. Ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti e siamo tutti amici. Questo è quello che conta alla fine, divertirsi!
Noi speriamo di ascoltare presto la prima demo degli Ocropoid, e auguriamo loro di non perdere mai il loro spirito e l’unità che li contraddistinguono. Se volete continuare a seguirli per rimanere aggiornati sui live e sui pezzi che usciranno a breve, potete farlo tramite la loro pagina Facebook.
Se volete recuperare la prima intervista di oggi, potete leggere quella al rapper romano Er Teschio. Se invece volete recuperare le interviste di ieri, potete leggere quella a Cono Cinquemani e quella al duo rap pugliese Carriapezzi, mentre tra poco conosceremo un’altra band, stavolta da Latina, gli Hemingway.
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[…] dal rap inteso come sfogo sociale di Er Teschio all’hardcore e la grinta blasfema degli Ocropoid. Adesso è arrivato il momento di occuparci di un’altra band, proveniente dalla provincia di […]
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