È arrivato il momento di conoscere Il Granaio, altra band curata dalla Fontana Indie Label 1933 insieme a Le Madri degli Orfani che abbiamo avuto il piacere di intervistare ieri. Come già anticipatovi nell’anteprima di Lunedì, Il Granaio è un gruppo molto giovane, nato da poco più di un anno. Tuttavia la solida esperienza personale dei membri della band permette loro di presentarsi come un gruppo già maturo e consapevole. Lasciamo adesso la parola a loro e cerchiamo di scoprire di più sulla loro musica.
- Parlateci un po’ di voi, com’è nato il gruppo? Chi sono i componenti?
Riassumendo brevemente: Alex (batteria) e Alan (chitarra) si conoscono e suonano insieme da molti anni, mentre Chiara (basso) e Stefano (voce) si sono conosciuti in università a Bergamo e grazie alla comune passione per la musica sono diventati amici e hanno condiviso palchi con i rispettivi gruppi del tempo. Negli anni seguenti Chiara è subentrata nel gruppo di Alex e Alan, finché ci si è ritrovati in un momento di stallo in cui la band di Alex, Alan e Chiara e quella di Stefano hanno perso componenti e si sono fermati. La voglia di suonare era ancora molta, i componenti c’erano tutti e quindi ci si è detti: Perché non suonare insieme e iniziare un nuovo progetto? Ed eccoci qui, dopo ormai più di un anno insieme!
- Il vostro nome ha un significato particolare?
“L’ha scelto il batterista!”
A parte gli scherzi, non l’abbiamo scelto per il significato ma è piaciuto subito a tutti: d’impatto e in linea con la nostra musica potente e martellante.
- Quali argomenti ricorrono maggiormente nelle vostre canzoni?
Stefano: “Un pessimismo generale soprattutto, non ce la faccio a scrivere in toni del tutto ottimistici nemmeno quando sono felice, risulto troppo forzato. I miei testi trattano anche di inadeguatezza al mondo circostante, malessere sociale e amori andati a vuoto. Non parlo mai direttamente di politica, prendo l’argomento sempre molto alla larga, mi sta sul cazzo il populismo. Le nostre canzoni sono qualcosa di spontaneo e semplice, nulla di costruito a tavolino, come il rock’n’roll delle radici ormai purtroppo dimenticato… Scrivo io la maggior parte dei testi ma anche Alan contribuisce con qualcosa, le canzoni nascono da improvvisazioni in sala prove che vengono perfezionate nel tempo fino ad ottenere la canzone finita: sono come noi, semplici, spontanee e sincere”.
- Quali sono gli artisti da cui traete ispirazione?
Chiara: “Sono cresciuta soprattutto con la musica dei Nirvana e delle Riot Grrrls, ma adoro anche artisti come Alice in Chains, The Smiths, Blondie, Smashing Pumpkins, Jeff Buckley, Sonic Youth, Mark Lanegan, Blur, lo stoner in generale…la lista sarebbe troppo lunga! Ah e poi negli ultimi anni mi sono fissata con il country, da Johnny Cash a Dolly Parton fino a quello più moderno”.Alan: “Ascolto vari generi musicali, sicuramente in primis mi sento di citare i Nirvana…ma ascolto anche Smashing Pumpkins, Pooh… e Ronaldo (!)”.Alex: “Nirvana e il grunge in generale sono certamente il genere che ascolto di più da anni a questa parte, ma sicuramente mi sento di citare anche Sonic Youth, King Crimson, Celentano e Renato Zero”.
Stefano: “Sono cresciuto a suon di Nirvana, Beatles e Rolling Stones ma il gruppo e il personaggio che più mi hanno ispirato a fare musica dal vivo sono stati i Velvet Underground e Lou Reed. Ascolto molto anche la new wave italiana degli anni ’80 come CCCP/CSI/Giorgio Canali e Diaframma. Ultimamente però mi sono dato al brit pop e ascolto Oasis, Blur e Stone Roses”.
- Ora torniamo alla vostra musica, parlateci un po’ dei vostri lavori più recenti, sono stati autoprodotti o avete un’etichetta che vi sostiene?
Con i nostri vecchi progetti abbiamo sempre ricorso all’autopromozione, ma da quando suoniamo insieme abbiamo avuto la fortuna di essere stati trovati dalla Fontana Indie Label 1933, con cui abbiamo registrato da poco un piccolo demo e con cui stiamo per entrare in studio per registrare il primo disco de Il Granaio, previsto in uscita per la fine del 2015 – inizio 2016. Sarà un anno di novità e grande promozione, non vediamo l’ora!
- E al momento avete in progetto anche qualcos’altro di nuovo?
Siamo costantemente al lavoro su canzoni nuove, siamo molto produttivi e ci lasciamo prendere dall’ispirazione anche se stiamo preparando un disco per cui i pezzi sono già pronti…ma chissà che non ci entri anche qualcosa di più recente!
- Quali sono le vostre aspirazioni per il futuro?
Per il futuro speriamo di suonare su più palchi possibili per farci conoscere da un numero sempre maggiore di persone, i live sono la nostra passione ci danno una grande carica. Vogliamo portare avanti un progetto in cui crediamo davvero e per cui spendiamo volentieri tutte le nostre energie: avere la possibilità di portare la nostra passione ad un livello professionistico è un obiettivo in cui crediamo e per cui ci stiamo impegnando al massimo.
- Credete sia difficile farsi strada nel vostro ambiente in Italia?
(Risata generale)
Ovviamente sì, come in qualunque altro Stato. Facciamo un genere particolare ma stiamo riscontrando un buon pubblico a cui piace la nostra musica e questo è molto importante. Se per “ambiente” si intende l’underground italiano possiamo dire che ci troviamo a nostro agio nonostante alcune differenze con ciò che va per la maggiore nell’ultimo periodo, se invece si parla del mainstream…beh è tutta un’altra storia. Chi ascolta musica pop in italiano difficilmente ci apprezzerà, ma a noi va bene così, preferiamo rimanere noi stessi e rischiare di avere un pubblico più limitato: la qualità non può essere messa in discussione.
- Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate fino ad oggi?
Non sempre si riesce a suonare dove si vorrebbe, forse questa è la difficoltà maggiore. Farsi strada e diventare un nome nell’ambiente musicale è una lunga salita e ne siamo consapevoli, non ci aspettiamo il successo facile in cui purtroppo molti confidano negli ultimi anni in cui si fa di tutto per avere i famosi “15 minuti di celebrità” predicati da Warhol. Spesso ciò che conta è trovarsi al posto giusto nel momento giusto ma non bisogna lasciare passivamente che le cose accadano, si deve spenderci tempo, energia e risorse…ma se è qualcosa che si sente come davvero importante ne vale sempre la pena.
- Con quali artisti sognate di condividere il palco in futuro?
Stefano: “Lou Reed…ma è morto purtroppo. Seriamente Giorgio Canali e i Diaframma, degli altri non me ne frega un cazzo. Forse gli Stone Roses se facessero un altro concerto!”. (Ride NdR)Chiara: “Aprire ai Sonic Youth sarebbe un sogno…nella realtà? Tom Waits, Queens of the stone age, Mark Lanegan, The Subways, Smashing Pumpkins e Blur ovviamente!”.
Alex: “…con Alan!”.
Alan: “Con il più grande attaccante del mondo: 9 goal in 40 minuti: Alex!”.
- Concludiamo con un aneddoto: raccontateci un bel ricordo della vostra carriera insieme.
Ogni concerto porta con sé un ricordo, prima di essere componenti della stessa band siamo anche e soprattutto amici, usciamo spesso insieme e ci divertiamo anche alle prove…sceglierne solo uno sarebbe impossibile!
Oltre che talentuosi anche molto simpatici, e dai gusti musicali molto raffinati. Ringraziamo i ragazzi de Il Granaio per averci concesso quest’intervista. Se siete rimasti colpiti anche voi dal loro talento, allora vi consigliamo di continuare a seguirli attraverso i social Facebook e Twitter, e tramite il loro canale Youtube. La nostra rubrica torna domani con l’ultima intervista della settimana, dedicata ad un’artista molto particolare e assolutamente da non perdere: Vedova Nera.
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