I Compagni di Cella: intervista alla tribute band di Faber

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Come vi abbiamo anticipato nell’anteprima di ieri, oggi torna la nostra rubrica sulla musica emergente e indipendente, e lo fa con una breve intervista alla tribute band di Faber più conosciuta e apprezzata in Italia: I Compagni di Cella. Dietro i loro concerti ci sono profonde riflessioni e un lavoro minuzioso, ma lasciamo che siano direttamente loro a parlarcene e a raccontarci la loro storia, le loro idee e qualcosa in più.

i compagni di cella

  • Parlateci un po’ del vostro gruppo, com’è nato? Chi sono i componenti?
    Il gruppo è nato alla fine del 2009, originalmente era un trio, formato da Luigi De Bonis “Skossa” alla voce, Nicola Fornari alla chitarra e Roberto Capotorti alla batteria e percussioni. Non c’era ancora un nome per la band e si eseguivano i brani più conosciuti in chiave acustica. I primi mesi del 2010 si aggiunsero al gruppo Luciano “Jethro” Del Dotto al basso e Marco Sabatini alle tastiere. Il gruppo comincia a prendere una forma ben precisa, gli arrangiamenti riescono ad essere più definiti e in repertorio cominciano ad entrare brani come Don Raffaè, La guerra di Piero, La canzone del maggio, ecc…Ora c’è bisogno di una voce femminile anche per eseguire brani come Geordie e completare il tutto con i cori. Entra in ballo allora Maria Ballacci. Iniziano i primi live, la soddisfazione che guadagniamo dalle nostre serate è impressionante e ci sprona a perfezionarci nell’esecuzione dei brani. La batteria viene sostituita da Daniele Sperandio e la tecnica aumenta. Nel 2011 la formazione muta e si amplia di nuovo, con la voce femminile di Emilia Cerrato e il flauto e l’ottavino di Federica Valentini (sostituita alla fine del 2014, per qualche mese, per motivi di maternità dalla sua amica e collaboratrice Francesca Timperi). Per un breve periodo ed un solo live abbiamo avuto anche la partecipazione di un violino per arricchire le sonorità, Fabrizio Palladino.Il repertorio continua ad aumentare di volume e abbiamo circa 30 brani all’attivo, da scegliere in base alle serate e all’atmosfera. Molti arrangiamenti sono fedeli agli originali, altri più vicini alle sonorità progressive degli anni ’70/80, quando De André suonò con la PFM, altri sono stati modellati ma sempre mantenendo la linea originale. Nel 2013 un’altra svolta del nostro palco, subentra ai cori e voce solista Elena Lagrotta a cui vengono attribuite con grande richiesta ai nostri concerti le versioni al femminile di Via del campo e Hotel Supramonte. In questo anno, il 2015, abbiamo aggiunto l’anello mancante, quel piccolo particolare che dà colore, vitalismo e ritmica, le percussioni con Michele Sottili.Ora siamo al completo, otto elementi per portare la musica nella teste e nei cuori di ogni persona, la gamma di brani che posiamo eseguire è innumerevole. La formazione completa ad oggi:
    Luigi “Skossa” De Bonis : Voce solista e chitarra ritmica
    Elena Lagrotta : Voce e cori
    Luciano “Jethro” Del Dotto : Basso
    Nicola Fornari : Chitarra solista
    Daniele Sperandio : Batteria
    Federica Valentini : Flauto traverso e Ottavino
    Marco Sabatini : Piano,Tastiere e cori
    Michele Sottili : Percussioni

 

 

  • Il vostro nome ha un significato particolare?
    Una sera, durante le prove, ci mettemmo a pensare al nome, e il primo che ci venne fu La bottega del falegname, dal brano de La Buona Novella, Maria nella bottega del falegname. Poi scoprimmo, sulla rete, che già un altro gruppo utilizzava quel nome, quindi decidemmo per qualcosa più mirato, qualcosa che avrebbe fatto subito pensare a Fabizio De André e quale canzone più conosciuta, anche da chi non l’ha mai ascoltato, se non Don Raffaè?….e l’esaltante “cafè” di Cicirinella …nacque così il nome I Compagni di Cella.
  • Quali sono gli argomenti che vi affascinano di più nelle canzoni di Faber, e perché?
    L’amore ,le donne (anche quelle “in vendita”) ,i racconti di vita, l’emarginazione, le culture, la storia. Sul perché è semplice quanto complicato rispondere ,ma ascoltando i testi di De André si può percepire quanta quotidianità ci sia in quelle parole, e quanto a distanza di 20 o 30 anni ci sia ancora attualità in quei rari sentimenti che un po’ stanno perdendo di valore oggi come oggi, quindi vengono considerati rari.
  • Come nasce il vostro forte legame con De Andrè? Ci sono anche altri artisti da cui traete ispirazione?
    L’idea e la passione per De André sono partiti dai pionieri, i creatori del gruppo, Skossa e Nicola. Tra gli altri c’era chi già conosceva e amava De André, chi magari aveva solo ascoltato la parte più commerciale, chi era del tutto profano della cosa, chi addirittura agli antipodi del genere. Una sola cosa è certa ed è stata dimostrata con il punto in cui siamo arrivati oggi: c’è stata una sorta di alchimia, una magica scia che ci ha coinvolti tutti e trasportati a seguire un’idea…o come avrebbe detto Fabrizio De André, un’utopia, che in tutti questi anni si è materializzata e ci ha fatto da guida.

 

 

  • Al momento state lavorando su qualche nuovo progetto?
    La maggior parte del nostro lavoro riguarda l’organizzazione dei live. I concerti sono la soddisfazione più grande che si possa avere, nelle serate dimostri al pubblico quello a cui tieni, quello per cui hai speso tempo fatica, condividendo con tutti loro i tuoi sforzi e penso che non ci sia compenso migliore.
  • Quali aspirazioni avete per il vostro futuro?
    Per il futuro? Sicuramente continuare con i concerti, magari ampliando nuovi orizzonti, visitando altre città, magari Genova, così da omaggiare il nostro Faber direttamente nella sua città natale. Magari proponendo un live incentrato su un intero album.
  • Credete sia difficile farsi strada nel vostro ambiente, in Italia?
    Sicuramente sì, ora, senza entrare in argomentazioni politiche, sappiamo tutti e lo stiamo provando sulla nostra pelle che la situazione italiana non è delle migliori, ormai la musica è vista esclusivamente come un business: reality sulla musica, talent show, varietà. I gruppi e i cantanti nascono solo per fare soldi e poi forse successo. Si è persa la figura del Cantautore che mette in musica le proprie idee e i propri sentimenti. Noi magari, essendo una Cover band, abbiamo la strada più spianata, il lavoro più grosso è stato fatto, dobbiamo solo reinterpretare la cosa nel migliore dei modi, abbiamo anche i network che ci vengono in aiuto e un fido operatore audio/video che ci segue instancabilmente (Giuseppe Mandalà), a cui va un ringraziamento particolare, perché senza di lui non avremmo materiale di nessun tipo. Se un giorno decidessimo di intraprendere un lavoro proprio, originale…beh sì, credo sia ardua l’impresa.

 

 

  • Che tipo di difficoltà avete incontrato nel corso della vostra carriera?
    Beh, come dicevamo prima il nostro gruppo è formato da otto persone, otto cervelli che pensano, otto modi di affrontare una determinata cosa, otto impegni quotidiani…mettere insieme tutte queste teste non è facile. Noi sotto questo punto di vista ci reputiamo fortunati, perché ad oggi, dopo numerosi cambi di elementi, siamo riusciti a trovare l’incastro perfetto. C’è un’alchimia, una magia che ci accomuna e ci lega. Ci si prende al volo, spesso si condividono le stesse idee. Quindi siamo orgogliosi di dire che in più di cinque anni di attività insieme una vera e propria difficoltà non l’abbiamo mai trovata.
  • Con quali artisti sognate di condividere il palco un giorno?
    Un gran bel sogno quest’anno l’abbiamo realizzato. In ricorrenza della morte di Fabrizio De André, tutti gli anni organizziamo un evento al teatro Dario Vittori di Montecelio, Guidonia, la nostra città natale, dal titolo Faber Memento. Quest’anno, alla nostra quarta edizione, abbiamo avuto l’onore di suonare con il maestro che accompagnò Faber dal Tour Le Nuvole ’91 ad Anime Salve nel ’98, Michele Ascolese. Ha condiviso e partecipato con noi a quella serata con la sua chitarra, il bouzouki, ed a tanti altri strumenti a corda che vibravano sotto al suo tocco. Un’emozione indescrivibile. Un sogno futuro? Magari replicare una serata del genere con Michele di nuovo, Ellade Bandini alla batteria, Mark Harris alle tastiere…e perché no, con la partecipazione dei figli Cristiano e Luvi.
  • Raccontateci uno dei ricordi più belli legati alla vostra carriera.
    Replicherei la risposta alla domanda precendente: aver suonato con Michele Ascolese, ma quella è stata un’emozione sì esplosiva, ma forse ce n’è uno più bello di ricordo, che credo sia rimasto nella testa di ognuno di noi del gruppo, anche in chi c’era in quel periodo ed ora non fa più parte della band, ed è il 1° Faber Memento, l’11 Gennaio 2012…la prima vera serata dedicata a Fabrizio De André, in ricorrenza della sua morte. Sul palco era allestita una scenografia per uno spettacolo teatrale che si sarebbe replicato nel fine settimana, quindi impossibile da smontare per il nostro evento. Così ci tenemmo quello sfondo nero, con oggetti sospesi sulla testa e tutte le luci puntate su di noi. Avevamo visto parecchia gente all’entrata del teatro, ma una volta sul palco avevamo un muro nero anche davanti. Si sentiva vociferare, anche dietro il sipario, ma non avevamo la certezza di quante persone avessimo davanti. Alla fine di ogni canzone da questo mare nero che avevamo di fronte ci investiva un ondata di applausi, dopo due ore di concerto c’era ancora gente che cantava sotto di noi e con noi. Gli occhi non si abituavano mai a quel buio, ed ogni volta che cercavamo di scorgere qualche viso il bagliore di un faro ci accecava di nuovo riportandoci davanti l’oscurità. Solo a fine concerto le luci sul palco si spensero e li potemmo osservare chiaramente….tante, tante, ma tante persone che erano lì per noi, ad ascoltarci. Le poltrone tutte occupate, corridoi pieni, sotto al palco ragazzi per terra, anche fuori c’era gente che non era riuscita ad entrare o non riusciva a resistere dentro per la calca…Ecco, questo è uno dei più bei ricordi che sicuramente rimarranno nello scrigno della nostra memoria e in quella de I Compagni di Cella.

 

 

Grazie davvero a I Compagni di Cella per averci concesso questa intervista. Se volete continuare a rimanere informati sulle loro attività, potrete farlo seguendo la loro pagina Facebook o il profilo Twitter, in cui annunceranno le date dei loro eventi futuri.

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