Gli Ange si raccontano in un’intervista, scopriamo chi sono

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Intervista Ange band

La band Ange si racconta in un’intervista , in esclusiva, per musicisti Emergenti. Scopriamo chi sono gli Ange.

A cosa dobbiamo il nome del cantante e quindi del gruppo?
Niente di strano o elaborato, e tanto meno di angelico …Il cantante si chiama Marco Angelini e Ange è solo l’abbreviazione del cognome, anzi, è proprio il nome con il quale lo conoscono tutti. E poi è breve, semplice, efficace. Si ricorda bene. Ne abbiamo parlato un attimo e siamo stati tutti d’accordo.

Come vi siete conosciuti? Parlateci un po’ di come siete nati.
Ci conosciamo da anni e, poi, Pesaro è una città piccola, anche se ha una scena musicale
vivacissima. Siamo musicisti, suoniamo da sempre, abbiamo esperienze in gruppi diversi. Ne abbiamo parlato al bar, ridendo e scherzando e, poi, siamo passati in sala prove. La verità è che suonare insieme ci piace, è semplice e ci viene bene.

Come inizia il processo creativo? E come sviluppate i vostri brani?
Ange propone il testo e dopo è un processo collettivo. Con Erik Lumen che è il batterista ed Enrico Bassi che è il chitarrista, le sue storie cantautorali virano musicalmente verso l’hard rock.
Insomma da una storia e una linea melodica in sala prove i brani crescono e si strutturano musicalmente.

La più brutta esperienza che avete fatto sul palco?
Ce la ricordiamo bene tutti: una volta sul palco una cassa ha cominciato a fare fumo e poi ha proprio preso fuoco! Certo, non è stato piacevole, ma tutto si è risolto con un cambio di attrezzatura e poi via col rock’n’roll!

Di cosa parlano i vostri testi? Li scrive tutti Ange?
I testi sono semplici e diretti. Nascono dalla vita quotidiana ed è di quella che parlano. Amori passati, amori sperati. Parlano di vizi e virtù, di forza e debolezze, di ascese e cadute. Ci sono dentro le esperienze positive e negative un po’ di tutti, degli esseri umani.
Ange nasce cantautore e poeta, i testi sono i suoi.

Un gruppo a cui vi sentite molto vicini?
Non c’è un gruppo specifico a cui ci ispiriamo. Abbiamo tanto ascolto nella nostra formazione musicale individuale. La strada maestra è il rock, dagli anni ’60 ai ’90.

Come definite il vostro genere musicale? Perché avete scelto questo genere anziché un altro?
E’ indubbiamente rock, hard rock, anche se in futuro potremmo anche esplorare nuove sonorità.
Non c’è un perché, non è che si scelga un genere. La musica che suoni è quella che ti senti dentro, che esprime meglio i sentimenti e le emozioni di quel momento o di quel pezzo.

Come avete passato la quarantena?
Come tutti, a casa. Abbiamo dedicato tanto tempo alla musica. Abbiamo anche organizzato delle pseudo prove in video chiamata, ma l’energia di quando si suona insieme non è sostituibile.

Come vedete il panorama musicale nel futuro post covid?
E’ difficile prevedere il futuro. Ovviamente speriamo che si ricominci presto a suonare dal vivo. La musica è aggregazione, è stare insieme. Il rock poi è un rito collettivo.

Progetti per il futuro?
La band è solo agli inizi e siamo pieni di idee e progetti. Oggi siamo contenti di come stanno andando gli ascolti, sulle principali piattaforme musicali, di: “Io e il mio stomaco” uscita il 25 giugno e “Odore estivo” il 31 luglio. Sono i primi due brani dei cinque che compongono il nostro primo EP, completamente autoprodotto. Gli altri tre usciranno a cadenza mensile il 31 agosto, 30 settembre e 31 ottobre. E poi…suonare, suonare e ancora suonare.

La nostra piattaforma si chiama Musicisti Emergenti. Cosa consigliereste ai musicisti emergenti?
Di continuare a fare i musicisti, di cercare di far emergere la propria anima e di avere sempre rispetto per la musica. E’ vero che il mercato musicale è difficile e complesso, soprattutto se vuoi diventare “ricco e famoso”. Però se quello che ti interessa è fare musica, farti ascoltare, arrivare alle persone, allora in questo mondo connesso, questo può accadere in modo più semplice e immediato di una volta.

 

Se ti è piaciuta l’intervista alla band “Ange”, leggi di più sul loro nuovo brano “Odore Estivo”.

G.Lo Russo

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