Hate | Intervista al membro più giovane dei Caso Critico

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Come sapete, entrambe le interviste di oggi sono dedicate al duo rap siciliano dei Caso Critico. Poco fa abbiamo scoperto il punto di vista di Spaghetto, beatmaker e produttore, non solo sui progetti del gruppo, ma anche sul rap in generale e brevemente sulla situazione della scena italiana. Anche Hate, il più giovane del duo, ha conosciuto il rap da bambino, e la passione per questo genere musicale lo ha spinto a crearsi una carriera basata su di esso. Leggiamo cos’ha da raccontarci.

 

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  • Ciao Hate, presentati ai nostri lettori e dicci com’è nato il tuo legame con la musica e col rap in particolare.
    Io sono Simone Franchina, in arte Hate, sono un mc siciliano classe ‘98. A otto anni ho iniziato ad ascoltare i primi pezzi rap con Eminem, Caparezza, Mondo Marcio, Fabri Fibra, ma ascoltavo anche un po’ di rock tipo Linkin Park, Evanescence e altri gruppi… Il mio legame con la musica è iniziato nel 2010 quando ho iniziato per le prime volte a scrivere con rime basilari ispirandomi alla musica che sentivo, e così facendo ho intrapreso questa strada.
  • Di cosa parli nei tuoi testi?
    Più che concentrarmi sulla metrica, il flow e le rime, preferisco i contenuti, qualcosa che arrivi in modo diretto a chi ascolta. Principalmente adoro trattare i miei vari fallimenti in generale, parlo di ciò che provo in modo malinconico dando sempre quel tocco di “nero”. Come un’evoluzione di Leopardi nel 2015.
  • Pensi sia difficile farsi notare come rapper in Italia? E cosa pensi del modo in cui è cresciuta la scena rap nel nostro Paese in questi ultimi anni?
    Penso sia difficile farsi notare sulla scena italiana. Ormai va avanti la gente che si autocelebra e pensa solo alle “pischelle” e al guadagno che hanno tramite quest’arte, non capendo quanto sia fondamentale esprimere se stessi col rap. Ultimamente il rap in Italia è come un gregge di pecore, tutti che parlano dello stesso argomento e si atteggiano nello stesso modo, difatti a causa della monotonia non si riesce più a distinguere un artista da un altro.

  • Quali difficoltà hai incontrato finora?
    Soprattutto economiche. A causa di questo sono costretto ad andare avanti a piccoli passi nel mio percorso.
  • Parlaci un po’ dei tuoi lavori precedenti e dell’ultimo.
    Qualche anno fa ho lavorato ad un mixtape che ho preferito lasciare inedito, mentre ultimamente sto lavorando ad un altro mixtape totalmente autoprodotto con le classiche strumentali.
  • Tu autoproduci o hai un’etichetta alle spalle?
    Mi autoproduco aiutato da Spaghetto, mio amico nonché appunto mio producer. Insieme formiamo i Caso Critico.

 

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  • Oltre al mixtape che hai accennato prima, hai in progetto qualcos’altro?
    Si pensa di lavorare a un EP con basi tutte prodotte dal mio amico sopracitato.
  • Quali aspirazioni hai per il tuo futuro?
    Non penso tanto al futuro visto che per adesso non ho nemmeno un presente.
  • Qual è il ricordo più bello che hai come rapper?
    La prima volta che ho ascoltato un mio pezzo già finito, resterà sempre uno dei ricordi più belli.

 

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Oltre alla determinazione, Hate ci fa capire di avere anche molto rispetto per la musica e per il rap. Auguriamo a lui e a Spaghetto una lunghissima carriera e contiamo di sentir parlare ancora di loro. Potete continuare a seguirlo tramite la pagina Facebook dei Caso Critico o il loro sito, sul loro canale Youtube potete invece ascoltare i beat e, presto, i nuovi brani del duo.
Se volete recuperare le interviste di ieri, potete leggere quella al rapper napoletano Lilo Frank, membro dei Rif MC’s, e quella al rapper cassinese Lebo.

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