Come anticipatovi Martedì scorso, oggi parliamo con un trio funk proveniente da Brescia, gli WOP, band molto giovane (formatasi lo scorso anno) ma con le idee ben chiare su quello che è il loro repertorio e su ciò che deve trasmettere la propria musica. Lasciamo che siano Cristian, Simone e Riccardo a raccontarci di più e a farci capire come nasce la loro musica e cosa ha intenzione di trasmettere a chi la ascolta.
- Parlateci un po’ del vostro gruppo, com’è nato? Chi sono i componenti?
Piacere, siamo gli W O P, un power trio bresciano formato da: Simone Pedrini (chitarra,voce) Riccardo Codoni (batteria) e Cristian Bona (basso, voce). Siamo un gruppo emergente e suoniamo un genere particolare: alternative funk cantato in italiano con numerose contaminazioni che spaziano dal rock,progressive, metal, cantautorato e jazz. Il gruppo è nato dalle ceneri de I Tipi Tosti che, subentrato Simone alla chitarra e Riccardo alla batteria, tra la fine del 2013 e gli inizi del 2014 hanno deciso di cambiare nome e iniziare così un nuovo progetto artistico.
Il vostro nome ha un significato particolare?
Sì, è un significato a cui siamo particolarmente legati. W O P è un termine denigratorio utilizzato dai paesi anglosassoni per indicare gli italiani, deriva dal termine napoletano “guappo”. Gli americani chiamavano “Wop” gli immigrati italiani all’inizio del ‘900. Questo significato giustifica anche una forte “italianità” a cui siamo legati e che cerchiamo di mantenere nella nostra musica.
- Quali argomenti possiamo trovare nelle vostre canzoni?
Le nostre canzoni possono essere viste per lo più come racconti, consigli, riflessioni o domande. Ci piace pensare di essere freschi e ironici; l’italiano è una lingua meravigliosa che ci permette di giocare con suoni, ritmi e significati. Curiamo molto il significato del testo che spesso è volutamente completato dalla musica, le scelte ritmiche e armoniche sono la chiave per capire cosa intendiamo dire.
Da quali artisti trovate l’ispirazione per la vostra musica?
Ascoltiamo tanta musica e abbiamo gusti molto diversi. Ognuno di noi tre ruba ciò che più gli piace da quello che ascolta ed in qualche modo lo rende proprio incanalandolo nel nostro genere. Non ci siamo mai posti dei limiti riguardo a quello che suoniamo e abbiamo cercato di mantenere un’originalità che ci rappresentasse il più possibile prendendo ispirazione da tutto quello che ci circonda.
Parlateci un po’ dei vostri lavori più recenti e di come sono stati portati avanti: avete fatto ricorso all’autoproduzione oppure siete riusciti a trovare un’etichetta?
Qualche mese fa abbiamo realizzato in maniera autonoma una piccola demo contenente 3 brani che si può ascoltare sul nostro Soundcloud.
Recentemente abbiamo finito le registrazioni del nostro primo lavoro discografico che si chiamerà Quanto basta.
Sarà un album contenente 9 brani inediti che verrà pubblicato nei prossimi mesi. È prodotto e registrato da Matteo De Napoli della Fontana Indie Label 1933 che, dopo aver visto un nostro video su internet e ascoltato la nostra demo, incuriosito, ci ha contattati e nel giro di qualche settimana ci ha offerto un contratto discografico. In studio abbiamo lavorato sodo, ognuno di noi ci ha messo l’anima. È stato estremamente utile per capire i nostri limiti e concretizzare le nostre idee. Siamo felici che esistano ancora figure come Matteo, ci ha seguiti durante la preparazione dell’album venendo alle nostre prove, ci ha incoraggiati durante le registrazioni e ha tenuto in considerazione le nostre richieste diventando in un certo senso il quarto membro della band.
- E al momento avete già in mente qualcosa di nuovo da realizzare dopo il vostro album?
Attualmente siamo impegnati a lavorare molto sui live e abbiamo alcune canzoni in sospeso da sistemare. Per il futuro ci piacerebbe avere la possibilità di fare conoscere la nostra musica attraverso i concerti, magari organizzando un tour in Italia o all’estero. Sicuramente lavoreremo su nuove canzoni, abbiamo tante idee in testa, forse troppe e l’entusiasmo non ci manca.
- Credete sia difficile emergere nel panorama musicale italiano?
Sì, è difficile farsi strada nella musica come in qualsiasi altro ambiente lavorativo. Ma, come le vie del signore sono infinite (cosi dicono) lo sono anche quella della musica, forse la strada più commerciale che ci porterebbe ad avere molta visibilità e piacere al grande pubblico richiederebbe dei compromessi che non riusciremmo ad accettare. In ogni caso restano altre strade più adatte a gruppi come il nostro che si basano di più sulla voglia di fare e mettersi in gioco. Non è facile ma se si crede in ciò che si fa da qualche parte si arriva.
Finora quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?
Probabilmente per un gruppo come il nostro il problema più grande è non avere un budget sufficiente per farsi pubblicità ed emergere.
Con quali artisti sognate di condividere il palco un giorno?
La lista degli artisti con la quale ci piacerebbe condividere il palco è molto lunga, tanti sono già morti e altri stanno per… .
Tra quelli in vita ci farebbe sicuramente piacere conoscere Bobby McFerrin, Damon Albarn, John De Leo, Trey Anastasio, Steven Wilson, Michael Landau, Victor Wooten, Norman Cook, Michael Manring, Jack White, Stewart Copeland, Les Claypool e tantissimi altri.
- Concludiamo l’intervista con un aneddoto: raccontateci un bel ricordo legato alla vostra carriera.
È difficile raccontare di un momento in particolare, ci sono tanti bei ricordi. In generale sono i live dove ci divertiamo parecchio e cerchiamo di coinvolgere il più possibile il pubblico.
Speriamo di sentire molto presto il primo album di questi fantastici ragazzi, e di sentirne anche molti altri in futuro. Se volete continuare a seguire gli WOP, li trovate su Facebook, su Youtube e su Soundcloud.
Le nostre interviste tornano domani insieme al rapper romano Er Mosè. Per rimanere sempre aggiornati sugli artisti emergenti e sulle promesse del panorama musicale italiano continuate a seguire tutti i giorni le nostre interviste sulle news di Wikitesti.com e sulla nostra pagina Facebook.