È arrivato il momento di conoscere una delle artiste più eccentriche, eclettiche ed originali mai intervistate finora nella nostra rubrica. Parliamo di Iravox, cantante e visual-artist milanese che ama rappresentare se stessa come un personaggio fantascientifico, un cyborg, una creatura comunque mai del tutto umana. Lorena Asaro (questo il suo vero nome) è un’artista cresciuta fra gli artisti grazie ad un padre cantautore che le ha instillato l’amore per la musica fin dalla prima infanzia. Iravox sviluppa al meglio la sue personalità e le sue idee all’interno della propria musica, influenzata dal pop-rock e ricca di atmosfere futuristiche.
- Iravox, come nasce la tua passione per la musica?
E’ iniziato tutto appena nata, quando mio padre, Fausto Asaro, cantautore degli anni ’70, ha iniziato ad inculcarmi un amore profondissimo e viscerale per la musica. In culla già ascoltavo i grandi maestri italiani come Mina, Milva, Modugno, Gino Paoli, ed internazionali fra i quali i- Genesis, King Crimson, Pink Floyd, U2, Eurythmics, la new-wave inglese post-punk dei Police, dei Cure e di Siouxsie & The Banshees e chi più ne ha più ne metta! Mio padre è un grande collezionista di dischi in vinile, ne possiede più di dodicimila e me li ha fatti ascoltare tutti!!! Da adolescente ho iniziato a scrivere canzoni mie, accompagnandomi con la chitarra classica, e da quel momento non ho mai più smesso di cantare e comporre brani sia in italiano che in lingua inglese.
- Di cosa parli nelle tue canzoni?
Tratto tematiche universali, per esempio Febbre parla di malessere e di insoddisfazione personale,
della famosa “febbre dell’anima”; mentre Girotondo tratta il tema della ricerca della propria identità e della libertà d’espressione. In Senza limite il tema universale affrontato è quello dell’amore che non sta a guardare età, sesso, religione o colore della pelle, l’amore senza limitazioni né condizionamenti.
- Pensi sia difficile crescere e farsi notare in Italia?
Difficilissimo, specialmente per quegli artisti “integri” che non ricercano le vie brevi che portano alla notorietà. In questo particolare momento storico musicale, per chi non vuole assoggettarsi alle effimere leggi di mercato che impongono agli emergenti la partecipazione ai talent show televisivi c’è ben poco spazio sia in televisione sia in radio. Non parliamo poi di quanto sia difficile esibirsi live nei locali, dato che ti viene sempre e solo chiesto “quanta gente riesci a portare?”.
- Finora quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?
Le difficoltà sono mille e le insidie si trovano dietro ad ogni angolo: dalla proposta indecente a sfondo sessuale alla richiesta esplicita di pagamento in denaro per ottenere un’audizione, passando attraverso un sottobosco di falsi promoter musicali che raggirano e torlupinano soldi ai malcapitati. Una volta superate queste difficoltà da artista che muove i primi passi all’interno del mondo dello spettacolo, arrivano i due veri scogli enormi: il primo è costituito dai discografici che non ascoltano più i lavori degli artisti ma ormai investono solo su chi viene rigurgitato fuori dai reality show. Il secondo gigantesco scoglio è costituito dalle radio importanti, i cosiddetti network, che si rifiutano di trasmettere la musica degli emergenti, a meno che questi non siano già passati attraverso un talent show o una pregressa visibilità televisiva.
- Parlaci del tuo ultimo singolo: Senza Limite.
SENZA LIMITE, il mio terzo singolo, è un brano Pop-Elettronico che occhieggia alle sonorità della Dance. A dare un contributo significativo alla riuscita della canzone ci pensa una eccellente Viola Valentino, icona anni ’80 dalla voce calda e sensuale alla quale fa da contraltare la mia voce irruente e graffiante. Io e Viola siamo amiche e complici nella vita come nell’arte, un vero duo d’eccezione, davvero molto amalgamato, affiatato, ammiccante e sensuale che spero potrà infiammare il cuore dei nostri fans.
SENZA LIMITE si avvale di un video bello, emozionante, originalissimo, d’alto livello creativo, come lo sono anche tutti gli altri, che io stessa ideo e poi realizzo, essendo video-maker e visual-artist.
- Ti autoproduci o hai un’etichetta alle spalle?
Alle mie spalle non c’è un’etichetta ma un team di persone. In primis troviamo Danilo Bajocchi, grande musicista, compositore, arrangiatore, nonché produttore artistico di Iravox che con me scrive, arrangia e poi finalizza ogni mia creazione musicale. Poi troviamo un grande promoter che tenta di spingere il più possibile il mio lavoro in radio e in tv ed infine troviamo un bravissimo manager-procuratore che è riuscito con tanta costanza ed entusiasmo a farci sedere intorno al tavolo di una major discografica che distribuisce i miei dischi, la Universal. Il bello di tutta questa indipendenza è che il mio prodotto artistico viene divulgato rimanendo “intoccato” ed immodificato, esattamente così come l’ho concepito.
- Dopo Senza limite, hai già qualcosa di nuovo in progetto?
Moltissime cose bollono in pentola. A Settembre uscirà il mio quarto singolo e a dicembre uscirà il Video-Album Controluce, trainato da un quinto singolo! Vi starete chiedendo cosa significhi Video-Album, bene, il video-album è una sorta di film musicale composto da una collana di videoclip legati insieme da un fil-rouge, una storia di fantascienza. Protagonista della saga fantascientifica è Iravox, un aliena che compie un atterraggio di fortuna sulla Terra poiché la propria nave interstellare è in avaria. L’idea intrigante dietro a questo lavoro è il poter dare al pubblico la possibilità di scelta nella fruizione del disco. Chi vuole ascoltarlo in maniera classica ascolta il CD nello stereo o mette su iPod i files digitali, chi a voglia di vedere anche le immagini guarda il DVD su computer o televisore. Controluce sarà fruibile ovunque, da chiunque e per qualsiasi stato d’animo.
- Parlaci di un bel ricordo legato alla tua carriera.
L’aneddoto di come nasce il mio nome d’arte è bellissimo: più o meno intorno ai diciassette anni mi sono esibita alla festa di fine anno scolastico del Liceo Scientifico e ho cantato una mia canzone, intitolata IRA e che parlava di guerra. La performance fu molto incisiva, dato che cantai con entusiasmo, grinta, grande gestualità e alla fine mi gettai sul pubblico che assisteva sbalordito alla mia performance.
Ai tempi non avevo ancora un nome d’arte ma fu proprio il pubblico a darmene uno poiché, una volta scesa dal palco, molte persone vennero da me a complimentarsi e iniziarono a chiamarmi scherzosamente IRA, come il nome della canzone. Il nome IRA mi piacque immediatamente, poichè rispecchiava la mia forza di carattere.
In seguito aggiunsi il suffisso VOX per dare una connotazione di carattere musicale al nome… Ed è così che nasce il nome d’arte IRAVOX!!!
Siamo lieti di aver parlato con Iravox e la ringraziamo per la sua disponibilità. Potete continuare a seguirla tramite il suo sito ufficiale, la sua pagina Facebook e il suo canale Youtube personale oltre a quello Vevo.
Se vi siete persi la prima intervista di oggi, potete leggere quella ad un’altra cantautrice milanese, Patrizia Colombo. Se invece volete recuperare le interviste di ieri, potete leggere quella al rapper romani Er Teschio, alla band hardcore Ocropoid, e alla rock band Hemingway.
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