Parte dalla Sicilia il nuovo tour di Pino Scotto, che prende il nome dal suo ultimo album “Vuoti di memoria”. Questa sera il rocker sarà al Megalithos di Solarino (Sr) mentre domani sarà al Plaza del Sol di Portopalo di Capo Passero (Sr).
Dopo la Sicilia, la tournee toccherà comunque diverse città italiane: Scotto sarà il 14 giugno al Zona Roveri di Bologna, il 24 giugno al City Sound di Milano di supporto ai Motorhead, il 27 giugno alla Festa della Birra di Livraga (LO), il 28 giugno all’Aosta Sound Festival di Aosta, il 4 luglio all’ Old Street 84 di Casoli (CH), l’11 luglio al Pepito Beach di Pescara, il 12 luglio al Rocktonda di Lama Mocogno (MO), il 26 luglio al Bubbles Fest (con MADMOX) di Pavia, il 2 agosto all’ Ercolini’s Day Massacre di Lonca Di Codroipo (UD), il 3 agosto al Beat Run di Crema (CR), il 7 agosto alla Festa Patronale di Monte di Procida (NA), l’11 agosto al Rock Auser Music Fest di Albi (CZ), il 21 agosto a La Marinella (Featuring TAMURITA) a Quartu Sant’ Elena (CA), il 22 agosto (Featuring TAMURITA) a Tottubella (SS), il 13 settembre al Motoraduno di Riola Sardo (OR), il 29 novembre al Gasoline di Brescia.
Assistere al nuovo tour di Pino Scotto sarà come fare un salto nel passato, visto che il suo nuovo lavoro sarà formato principalmente da cover (cinque in Italiano e cinque in inglese) e due soli inediti. Un viaggio nella memoria, dove lo spettatore potrà incontrare testi scritti anche mezzo secolo fa ed interpretati da artisti come Luigi Tenco, Franco battiato, Adriano Celentano, Elvis Presley.
«Durante il tour di Codici Kappaò, stavo già pensando al mio nuovo disco ma mi sono reso conto che sembrava tutto già sentito – racconta Pino Scotto – L’idea mi è arrivata una notte a Roma mentre guardavo un servizio sul fascismo. Una delle canzoni della colonna sonora del programma era proprio “È arrivata la bufera” di Renato Rascel, un brano che voleva sdrammatizzare la possibilità dell’entrata in guerra dell’Europa. Ho pensato quindi di recuperare dei testi importanti di cantautori e non, e dar loro una nuova veste. Da qui mi è tornata la voglia di lavorare all’album. La vedo come un’operazione discografica-culturale per dare la possibilità alle nuove generazioni di ascoltare e conoscere quelle canzoni che forse si sono un po’ perse».