Pierpaolo Lauriola, una foto gallery racconta la sua musica

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Foto di Giuseppe Biancofiore

“L’attività di un musicista e di un cantautore può avere diverse sfaccettature. C’è la parte live, quella in studio per registrare le canzoni, le interviste per approfondire il lavoro fatto, i live set più intimi con chitarra acustica e voce che in genere privilegiano la parola e mettono la canzone sotto una lente di ingrandimento. E poi c’è il teatro, dove mi trovo molto bene e dove le canzoni trovano una casa capace di far prestare maggiore attenzione al testo e agli arrangiamenti. Spesso in teatro proietto delle immagini insieme alla musica e metto così in scena una vera e propria video performance. Questa è una dimensione che mi piace molto”. 

Pierpaolo Lauriola si esercita in sala prove. Chitarra, passione e musica nelle vene.

Foto di Giuseppe Biancofiore
Foto di Giuseppe Biancofiore

 

Pierpaolo, nel silenzio della sua stanza, raccoglie le idee e produce. Musica, parole ed è subito bellezza.

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Lauriola ama i live. Il contatto con il pubblico è tutto per un artista.

Foto di Giuseppe Biancofiore
Foto di Giuseppe Biancofiore
Foto di Giuseppe Biancofiore
Foto di  Chiara Cammelli Trentin (feat. Luca Trentin con Adriano Rizzo e Luca Trentin

 

“Per quanto riguarda lo studio di registrazione, ho sempre privilegiato quegli ambienti dove si possa creare un’intimità forte con chi ha il compito di registrare, quindi i tecnici del suono e i producer e chi davanti ad un microfono o suonando prova a riprodurre non solo le canzoni ma anche tutte quelle emozioni sentite nel comporle. Per questo ho sempre avuto un mio studio ed ho sempre iniziato a registrare i miei pezzi suonandoli da solo negli home recording. Nei primi anni novanta utilizzavo un quattro piste della Yamaha, l’MT-120. Avevo circa 16 anni. Era l’estate del 91. La mia sala prove e studio si trovavano in una vecchia casa adiacente all’abitazione di mia nonna. Ai tempi possedevo una Chitarra da 100 mila lire, un ampli della Roland, il Jazz Corus da 50 w, che utilizzo ancora oggi, dei pedali delle Boss, tra cui l’immancabile Delay che mi ha ispirato tantissime linee di chitarra in stile Unforgettable fire degli U2 e Bill Frisell in In the Court of the Crimson King”.

 

Foto di Giuseppe Biancofiore
Foto di Giuseppe Biancofiore

 

In quei pomeriggi sono nate molte delle canzoni che suono ancora oggi. I Silenzi, che poi è finita con un ritornello diverso in “polvere.” ha delle radici in quegli anni. L’ho suonata anche dal vivo con i Catarsi insieme ad una primordiale versione di “Ci sono tante stanze” che si chiamava “Visioni” e poi rielaborata con i Pliskin”.

 

Pierpaolo Lauriola in un live al Festival della Musica Inedita
Pierpaolo Lauriola in un live al Festival della Musica Inedita

 

 

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