Da venerdì 3 settembre sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “LADY LAURA”, il nuovo singolo di CARLO AUDINO.
“Lady Laura” racconta un ricordo di giovinezza dell’autore. Nonostante la sua timidezza, un giorno decise di avvicinarsi il più possibile a Laura, una compagna di scuola. Dopo averla seguita fino al portone di casa, deciso a dichiararsi, si trovò davanti un portiere robusto, con abiti e occhiali neri, che con voce roca, lo intimò ad allontanarsi, altrimenti lo avrebbe picchiato! Carlo Audino, riuscito comunque a conquistare la bella Laura qualche tempo dopo e in barba al portiere, scrive questa canzone per fissare quell’aneddoto così importante per la sua storia. Chitarra, cori e canto sono realizzati da Carlo Audino, mentre Riccardo Taddei ha suonato le tastiere, Simone Ceracchi il basso e Luca Fareri la batteria.
Qual è stato il momento in cui hai capito che era ora di dar vita al tuo progetto musicale?
Fino all’anno scorso ancora non avevo maturato la decisione di iniziare il progetto che mi vede come solista. Negli anni passati, si, avevo fatto concorsi e spedito provini ma sempre senza alcun esito, quindi non avevo molta fiducia nei miei brani. Inoltre ho attraversato un periodo dove alcuni amici fedelissimi sono svaniti o trasferiti e chi mi ha affiancato non mi ha incoraggiato un granchè. Il punto di svolta è avvenuto grazie alla avvenuta consapevolezza che oggi ci siamo e domani non più, sia per la pandemia ma anche per dei problemi di salute (alcuni molto gravi) che ho avuto. L’ago della bilancia si è mosso soprattutto per l’entusiasmo che mi ha acceso dentro la mia compagna Sabrina la quale è follemente innamorata delle mie canzoni (e non solo) e mi esortò (e ancora lo fa) a pubblicare questa, no quest’altra, asp… no, questa è magnifica, fai questa-fai questa! E così lei è la mia Co-co-cò (l’ho battezzata così!). Da Febbraio di quest’anno ho deciso di pubblicare tutti i miei brani, sia vecchi che nuovi, arrangiandoli presso LR Studio di Lariano (RM) insieme al mio amico di vecchia data Riccardo Taddei (piano, tastiere e fisa) e col resto della mia nuova band, Simone Ceracchi (basso) e Luca Fareri (batteria). Inoltre partecipo a festival o manifestazioni che reputo interessanti: ad Agosto “Canto di Strega” è arrivata alle semifinali del talent Spazio d’Autore di San Gimignano e in questo periodo sto attendendo l’esito delle prime selezioni di “Una voce per San Marino” a cui partecipo con due brani ancora inediti (uno dei due uscirà il 5 Novembre).
Come senti di essere evoluto da quando hai cominciato a fare musica ad oggi?
Ma sono davvero evoluto? Beh, spero di sì. Diciamo che sicuramente sono maturato e quindi rispetto a quando ho cominciato, circa quarantadue anni fa, riesco ad imprimere nelle canzoni molta più emozione sia nell’esecuzione che, soprattutto, nella scrittura delle nuove nate. Di contro va detto che anni fa ero in grado di scrivere anche due canzoni al giorno mentre adesso è molto meno frequente. Anni fa mi commuovevo per situazioni che vivevo in prima persona mentre oggi molte situazioni mi scivolano addosso ma in compenso provo quelle emozioni anche guardando un film o leggendo un articolo oppure un libro o anche ascoltando un racconto da un estraneo. Ancora, quando ero ragazzo pensavo al pezzo che stavo scrivendo solo per farlo funzionare con la chitarra fra gli amici, invece adesso spesso inserisco nella composizione anche qualche idea relativa all’arrangiamento che meglio aiuta ad esprimere un determinato sentimento. In ultima analisi va detto che anni fa si scriveva quasi unicamente di amore e relazioni con l’altro sesso, adesso quando si parla di amore lo si immagina molto più serio di allora, proprio come un progetto di vita e se considerato occasionale viene proprio tinto con colori molto grigi. In molti brani compaiono così nuovi argomenti caratteristici della vita di un adulto, fino ad intravedere sullo sfondo casistiche che portano se stessi o le persone ritratte nella canzone alla fine della loro vita.
In che modo il brano “Canto di Strega” è rappresentativo della tua persona?
“Canto di Strega” ad un orecchio distratto suona come una filastrocca per bambini, poi gradualmente si indispettisce e inaspettatamente diventa diversa da come era cominciata. Ecco, per esempio mi rappresenta proprio in questo essere un po’ bambino, un po’ dispettoso e un po’ imprevedibile.
Che musica ascolti in questo periodo?
Di solito ascolto di tutto ma in questo periodo mi sono concentrato molto sulla musica Italiana degli Emergenti alternata ad un pochino di Jazz. Quest’ultimo prevalentemente dal vivo, compatibilmente alla disponibilità. Invece i colleghi emergenti li cerco online e li ascolto su Spotify o YouTube: qualcuno è interessante e lascio volentieri pollicioni alzati e congratulazioni nei commenti.
C’è un artista con cui vorresti condividere il palco?
Sinceramente non ho particolari preferenze. Secondo me ogni artista ha una sua particolarità che va apprezzata ed assaporata. Quindi non credo di poter affermare che vorrei cantare con Tizio oppure con Caius poichè sarebbe limitante. Io canterei con chiunque lo voglia fare con me. Siamo meteore di passaggio in questa magnifica vita ed ogni altro individuo che si avvicina alla nostra anima ha qualcosa da mostrarci e, spesso, da insegnarci: figuriamoci se è anche un artista!
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