Intervista in esclusiva ad Icastico, scopriamo chi è

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Un’intervista in esclusiva ad Icastico che ha appena lanciato il suo nuovo singolo “Bamba”. Scopriamo chi è!

Parlaci un po’ di te. Come ti sei avvicinato alla musica?
Sono stato un bambino molto introverso e remissivo, il che ha complicato non poco i miei rapporti con l’esterno e con l’autorità.
Già nella prima adolescenza sentivo il peso dell’inconciliabilità del bisogno umano di sentirsi apprezzati con l’incapacità di comunicare i propri bisogni, e con gli unici strumenti a disposizione di un ragazzo di 11-12 anni mi sono completamente chiuso in me stesso.
È in quella bolla silenziosa che è cominciato tutto. Ho riempito quel vuoto di chitarre e dischi ascoltati di nascosto dai miei genitori.

Quando è diventata necessaria la musica nella tua vita?
Quando ho scoperto di esprimermi meglio su un palco che nella vita di tutti i giorni.
Avevo 14 anni ed al mio primo concerto e mi sentivo perfettamente a mio agio. Non mi importava del giudizio della gente, ma solo del fatto che finalmente riuscivo a comunicare l’abisso profondo che avevo dentro.

Come inizia il tuo processo creativo?
Quasi sempre parto da frasi che mi assillano nel silenzio.
Spesso durante i postumi di una serata aggressiva o dopo l’ennesimo umano rovinato dalla mia scarsissima tolleranza verso le persone chi ti dicono come vivere.
È il mio monologo interno, che costantemente mi ricorda quanto faccio schifo.
I pezzi nascono dal tentativo di trovare un compromesso con questa parte di me.

Hai avuto crisi o dubbi durante il tuo percorso artistico? Raccontaci come
hai superato i momenti difficili…
Tutti i giorni. Tra mafiette ed artisti mediocri la tentazione di gettare la spugna è forte ogni giorno.
Onestamente se non fosse per la mia megalomania e per il fatto che i musicisti fanno mediamente più sesso rispetto ad i lavoratori convenzionali, avrei smesso da tempo di farne la mia professione.
Dopo anni passati a prendermi il mio posto a calci e sputi, vivo con molta insofferenza i rapporti con questo mondo. Fortunatamente continuano a chiamarmi nonostante questo…voi però non fatelo!

Che musica ti facevano ascoltare da bambino?
Gigi D’Alessio e Nino d’Angelo e non sto scherzando.

Musicisti a cui ti ispiri?
Vorrei vivere come Tom Waits ma non reggo l’alcol quanto vorrei. Tuttavia questo mi offre moltissimo materiale di vita vissuta per le mie canzoni.

Cosa c’è nella tua playlist Spotify?
Praticamente solo artisti emergenti! Trovo nauseante ed insignificante la musica con lo stampino che ci viene imposta dalle playlist editoriali.
Ultimamente ascolto:
Grano, la complice, Mille, I seveso casino palace, i Booda, Davide Shorty, Martina attili, Ketty Passa.
Quando fai questo mestiere sai riconoscere la musica schietta dalle leccate all’algoritmo. A me non interessano le mode, interessa la sostanza.

Raccontaci il ricordo più bello della tua carriera?
Sicuramente l’apertura del concerto dei Blues Brothers al Blubar festival di Francavilla nel 2018.
Incontrare i miti della mia adolescenza (quelli rimasti in vita chiaramente), mi ha fatto sentire per un secondo parte di qualcosa di speciale.
Per non parlare della presentazione del mio primo singolo.
È stata una festa incredibile, non so come ne siamo usciti vivi!

Hai una o più muse ispiratrici?
Ogni volta che parlo di donne nelle mie canzoni (se è questo che intendi) parlo di una
donna diversa della mia vita. Sono “muse a progetto” diciamo…

Come hai passato la quarantena dal punto di vista artistico?
Ho scritto molto ed ho fatto uscire qualche freestyle! Uno mi è stato addirittura condiviso da Dade!
È stata una piccola gioia in quei giorni bui! Poi ho fatto uscire Alcolico, il mio secondo singolo.
Ho passato 20 giorni a lavorare al videoclip… non sono un videomaker ma ho dato il massimo! Sono molto soddisfatto di aver fatto uscire un prodotto del genere in un momento in cui i big facevano uscire videoclip di chiamate skype.

Come vedi il mondo musicale nel futuro post Covid?
Tornerà tutto come prima credo. Ora che l’emergenza è passata i lavoratori dello spettacolo torneranno a pensare ognuno al proprio tornaconto rinunciando a fare fronte
comune per il bene di tutti. Gli esseri umani non imparano mai dal passato.

Progetti per il futuro?
Ho molti singoli già programmati per i prossimi mesi. Magari un EP il prossimo anno o
quando avrà senso farlo. Quello che mi preme in questo momento è comunicare, ed ho
scoperto che pianificare troppo a volte può essere controproducente.

La nostra piattaforma si chiama Musicisti Emergenti. Cosa consiglieresti
ai musicisti emergenti?
Fatevi un’esame di conoscenza e capite se per voi è veramente vitale vivere di musica. Se lo state facendo non avete futuro.
Per tutti gli altri che hanno veramente qualcosa da dire: Trovate la squadra giusta.
Questo lavoro è fatto di persone: delegare, confrontarsi, fidarsi è vitale.
Incredibilmente questa parte del lavoro è molto più ostica del fatto di scrivere canzoni fighe.

Anche se da queste poche righe potrò esservi sembrato un arrogante egomaniaco, tengo sempre bene a mente che di base a nessuno importa nulla di me e della mia musica.
E questo vale anche per voi.
Siete gli unici che credono veramente e profondamente in voi stessi ed in quello che fate. Siete pronti ad affrontare la possibilità di fallire, di buttare tempo e denaro e di influenzare la vostra vita personale? Benvenuti a bordo allora! Ci vediamo sul podio!

Oltre all’intervista di Icastico, se vuoi saperne di più sul suo nuovo singolo leggi https://musicistiemergenti.it/2020/07/bamba-e-il-nuovo-singolo-di-icastico/

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